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Suma: “Moratti ha sempre distinto il Milan dalla Juve. Come quando disse…”

Daniele Mari

Mauro Suma, nel suo editoriale per Tmw, dedica uno spazio a Massimo Moratti, prossimo alla cessione a Thohir: “Fra milanisti e interisti è difficilissimo rendersi l’onore delle armi. Da sempre. Anche a mettersi di buona volontà, la...

Mauro Suma, nel suo editoriale per Tmw, dedica uno spazio a Massimo Moratti, prossimo alla cessione a Thohir: "Fra milanisti e interisti è difficilissimo rendersi l'onore delle armi. Da sempre. Anche a mettersi di buona volontà, la lingua annaspa e i pensieri battono in testa. Un fatto però dobbiamo accettare tutti: senza avversario, non c'è emozione. Senza avversario, non batte il cuore. L'avversario è fondamentale. Non si può farne a meno. Senza avversario, c'è solo la noia, la solitudine, quelle cose lì. E Massimo Moratti è stato un avversario di quelli che contano, di quelli veri. Quando trascolora un avversario, manca qualcosa.

E' trascorso il suo tempo, ma intanto scorre anche quello dei suoi avversari. Veramente cattivo contro il Milan, Moratti non lo è mai stato. Duro sì, fermo anche, severo nel sostegno alla sua fede pure. Ma mai cattivo, ad esempio, come quando, a Novembre scorso, disse dopo Juventus-Inter 1-3: "I primi dieci minuti della partita hanno fotografato alla perfezione la storia dei due Club". Capisco che gli juventini ci siano rimasti male, la stilettata è stata bruciante. Nonostante la vera rivalità, contrariamente a quel che dichiara, di Massimo Moratti sia sempre stata quella contro il Milan e non contro la Juventus, nelle sue parole i due pesi e le due misure ci sono sempre stati. In fondo lo sa anche Adriano Galliani che, nel Settembre 2006, gli mandò un bigliettino in Sede dopo una sua intervista a Sabelli Fioretti: "Caro Massimo no, il Milan non ha mai cercato di fregare nessuno".

Il contesto, il riferimento era Calciopoli. Non abbiamo amato il presidente Moratti delle parolacce a Ronaldo e a Pirlo nel Marzo 2007, né quello del disonore per le penalizzazioni del Marzo 2008, e neanche quello un po' forzato che si esaltava per gli eccessi di Mourinho, ma abbiamo apprezzato il Massimo Moratti dei primi anni del nuovo Millennio che si beccava anche le critiche della propria Curva ma che non rinunciava ad andare negli spogliatoi a fare i complimenti al Milan vittorioso nei derby e via dicendo. Diciotto anni e mezzo di presidenza di un grande Club sono tanti. Li ha vissuti spendendo tantissimo e lo ha fatto per passione, per amore. Nonostante qualche contraddizione nella gestione interna della Società e nonostante le zone d'ombra post-Calciopoli, l'onore delle armi il presidente-avversario lo merita tutto".