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La Superlegaè un'idea già finita ancora prima di essere iniziata concretamente. E chissà che quanto accaduto non dia vita alle riforme nel calcio che tutti invocano da tempo. Oggi si riunisce l'Esecutivo straordinario dell'UEFA. In agenda ci sono le sedi dell'Europeo ma anche un primo punto sulla situazione dopo quanto accaduto con i 12 club che erano pronti a lasciare la Champions.
La Gazzetta dello Sport spiega che nonostante nell'Esecutivo ci fosse chi ha pensato a delle punizioni esemplari come multe e squalifiche per i dodici club ribelli, non saranno presi provvedimenti. Intanto andranno avanti le competizioni, la CL continuerà e saranno i club che si sono qualificati alle semifinali a giocarsele. Ma l'UEFA potrebbe ricorrere ad un giudizio etico.
Comunque non era la prima volta che si parlava di Superlega. Per questo potrebbero essere inserite nei regolamenti UEFA nuove clausole di partecipazione: chi entra nelle coppe si vincola a non uscire se non vuole conseguenze economiche e giuridiche. Si pensa anche che possa essere anticipata la formula a 36 squadre. Ma al momento - spiega il quotidiano sportivo - "non è ipotizzabile una nuova distribuzione dei ricavi Champions. Il ciclo 2018-21 prevede un fatturato annuo di 3,2 miliardi. Ai club dei tornei va il 78% (2,5 miliardi). Il restante 22% si compone di solidarietà per gli altri club (7%), costi organizzativi (9%) e investimenti Uefa per donne, giovani etc (6%). Nel ciclo ‘21-24 stesse percentuali, fatturato superiore (3,5 miliardi) e più premi per la Champions, sebbene andrà finanziata pure la Conference". Cambierà anche la questione del fair play con i club più liberi di investire ma senza sprechi. "Se la tassa sul lusso si può fare, per il salary cap servirebbe un accordo a prova di Ue: ma in un’Europa fondata sulla libera concorrenza non è facile", conclude la rosea.
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