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AGENZIA INFORMA - Un anno senza giocare, sentire il calore del pubblico, provare a segnare sognando un dribbling dei suoi. Adriano con la sua insostenibile pesantezza dell’essere un Imperatore senza regole segnato da una vita difficile, “festeggia” oggi i suoi primi 365 giorni senza disputare una partita. Dal 4 marzo 2012 non è più sceso in campo iniziando ad accelerare la sua parabola discendente che sembrava si potesse fermare due anni fa con il trasferimento in Brasile, prima al Corinthias (dove fu licenziato dodici mesi dopo) e poi al Flamengo dove arrivò a costo zero e con un contratto a prestazione. Più che un ingaggio il tentativo di riabilitazione di un uomo oltre che di un atleta.
Anche quell’avventura ebbe un finale triste e burrascoso. Arrivato in maglia rubronegra lo scorso agosto, era riuscito nell’impresa di saltare ben sei allenamenti, facendo infuriare la dirigenza del club, che ha deciso di mandarlo via a novembre per motivi disciplinari dopo soli 76 giorni senza aver giocato neanche un minuto. Lui a inizio anno ha garantito che si sta preparando per un suo ritorno sui campi da gioco. Alla faccia di chi ipotizzava per lui il ritiro. Ma al momento non c’è traccia di un radicale cambiamento. Adriano è senza squadra e si allena da solo. Partitelle, corsetta, diete prese e lasciate. Notti “magiche” al night, quelle sempre. La sua ultima apparizione resta allora quella di un anno fa riavvolgendo la pellicola a quei 68 minuti giocati nel Corinthias contro il Santos, derby che i bianconeri vinsero per 1-0. Due settimane prima aveva anche realizzato il gol decisivo nella sfida contro il Botafogo Ribeirão Preto per il campionato paulista.
Sembrava avesse funzionato l’idea di rinchiudere l’ex centravanti di Inter, Fiorentina, Parma e Roma, per una settimana nel centro tecnico del club, per fargli svolgere allenamenti specifici e affidarlo alla nutrizionista Christine Fernanda Machado Neves. Gli preparò una dieta rigorosa. La donna gli controllava tutti i pasti dopo che la società gli aveva lanciato l’ennesimo ultimatum: o scendeva di peso (era arrivato a 106 chili…) o sarebbe stato escluso dalla prima squadra. Ed invece dopo quel gol e quella partita con il Santos, l’Imperatore, classe 1982, venne licenziato.
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