Vladimir Petkovic si appresta a tornare a Roma con la sua Svizzera a 7 anni di distanza dall'addio alla Lazio. A 4 giorni dalla gara inaugurale di Euro 2020, il ct della nazionale elvetica ha parlato ai microfoni del Corriere della Sera.
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Svizzera, Petkovic: “Italia? Mi piace Barella: ha fatto grandi cose ed è moderno”
Le parole del commissario tecnico della Svizzera, Vladimir Petkovic, sull'Italia e Barella in vista dell'incrocio a Euro 2020
L’Europeo si gioca con un anno di ritardo per la pandemia: ci sono differenze?
"Per la prima volta forse si è capito quanto il calcio non sia importante per la vita e si è cominciato a ragionare in maniera diversa. Forse questo fa bene anche al calcio stesso e a noi che ci lavoriamo: abbiamo visto che si può fare tutto con più pazienza".
Oltre a non averlo inventato, l’Italia ha definitivamente superato il vecchio stile di gioco (catenaccio, ndr)?
"È evidente. Già quando allenavo la Lazio, 7-8 anni fa, si cominciava a vedere un atteggiamento più europeo: mi ricordo la prima Juve di Conte che faceva grande pressing, un calcio concreto, con tante verticalizzazioni".
I club in Europa però faticano. Come si può spiegare?
"In A forse manca un po’ di ritmo: per la Var, per i troppi falli, per le simulazioni. Il modello è l’Atalanta: ha un gioco super moderno, anche se per arrivarci servono anni".
E la Nazionale?
"Ha ritmo e cura bene tutte le fasi di gioco. Mancini ha fatto un gran lavoro e ha un gran bel gruppo, con individualità importanti".
Chi le piace di più?
"Verratti si è evoluto molto e gioca da sempre ad altissimi livelli. Barella ha fatto grandi cose ed è molto moderno. Speravo che Immobile mollasse un po’ ma ha ritrovato la vena. I giovani di ottima prospettiva sono tanti, ma senza i vecchietti dietro sarebbe un’altra squadra...".
Il girone con Italia, Turchia, Galles è molto incerto?
"È il girone delle mine vaganti, perché ognuna pensa di poter passare il turno. L’Italia è oggettivamente davanti a tutte, a livello di immagine e di risultati recenti, ma noi pensiamo al secondo posto, anche se non c’è nulla di scontato. Ci vuole tanto rispetto verso le avversarie, con una doppia consapevolezza: possiamo fare tanto e faremo di tutto per riuscirci".
L’Italia ha riportato entusiasmo. Ma prima di sognare è giusto aspettare di affrontare avversari forti?
"Ci sono pro e contro. Abbiamo provato a fare il nostro gioco con Spagna e Germania: non abbiamo vinto, ma abbiamo acquisito consapevolezza e ottimismo".
Il «contro» quindi riguarderebbe solo l’Italia?
"Ha fatto tutti risultati positivi senza affrontare squadre di prestigio: se è vero che tanti giocatori affrontano partite importanti tutte le settimane, forse in una parte della squadra manca l’abitudine mentale a vivere certe sfide, per giunta davanti al proprio pubblico: per qualcuno può essere un peso, per altri un grandissimo vantaggio".
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