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S.Zanetti: “All’Inter vicino alla panchina della Primavera. Sul derby e Javier…”

Francesco Parrone

Sergio Zanetti, tecnico del Lecco e fratello dell’ex capitano nerazzurro Javier, ai microfoni di Gianlucadimarzio.com ha parlato dei suoi trascorsi da allenatore e rivelato alcuni retroscena ai tempi della sua avventura nel settore giovanile...

Sergio Zanetti, tecnico del Lecco e fratello dell'ex capitano nerazzurro Javier, ai microfoni di Gianlucadimarzio.com ha parlato dei suoi trascorsi da allenatore e rivelato alcuni retroscena ai tempi della sua avventura nel settore giovanile nerazzurro: "Ho fatto tantissima esperienza, con più di 600 partite da professionista, ma posso garantire che non c'entra nulla il mestiere di allenatore con quello di calciatore: da giocatore pensi al singolo, da allenatore devi pensare più al gruppo. Passando da diversi spogliatoi, allenatori, compagni questo ti da una mano grossissima, capisci tante cose in anticipo. E nel calcio d'oggi a volte devi più zittire le cose esterne, sono sempre stato una persona leale ed una persona semplice, ma ho avuto tanti problemi dal punto di vista del cognome: quando ero all'Inter tutti mi davano come nuovo allenatore della Primavera ed anche mio fratello insisteva per questo mio nuovo incarico, ma la società decise di non optare per questa soluzione".

Sergio, nella nostra lunga chiacchierata, racconta anche di essere stato ad un passo dal fatidico esordio su una panchina di Serie A, frenato da una scelta diversa a livello presidenziale. "Sono arrivato qui a Lecco a fine Giugno dal Chievo, dove lavoravo come collaboratore tecnico con gli Allievi e con la Primavera. Ho fatto questa scelta perchè prima o poi, dopo aver allenato la Primavera del Livorno, sono stato quasi a punto di prendere la squadra quando è andato via Davide Nicola. Quando lui è andato via, una settimana prima mi aveva chiamato il presidente Spinelli per dirmi che se non avesse chiuso un accordo con Di Carloavrei preso io la squadra. Con la Primavera in quell'anno lì stavamo facendo molto bene: mi allenavo in contemporanea con la prima squadra e ormai mi conoscevano già tutti. C'eranoBenassi, che avevo già allenato io nella primavera dell'Inter, Duncan, Mbaye e Bardi, tanti ragazzi che ho avuto all'Inter e che erano proprio lì a Livorno. L'ambizione di arrivare in Serie A c'è sempre, però andiamo avanti a piccoli passi, non pretendo tutto subito. Giustamente voglio fare esperienza, cercare di fare il meglio in questa società perchè so che ha un tifo molto importante e che vogliono andare in Lega Pro il più presto possibile e sarebbe un piacere enorme vincere il campionato quest'anno, poi vedremo cosa succederà".

In chiusura, inevitabile parlare anche di Inter, nella settimana che porta al Derby. Nerazzurri che, come anticipato, Sergio ha già affrontato con il suo Lecco, vincendo a sorpresa in amichevole:"Ero preoccupato, perchè domenica avevamo la prima partita in campionato e sapevo perfettamente che questo match contro l'Inter ci avrebbe portato via tanta energia mentale. Ho fatto giocare nel primo tempo i giocatori con più esperienza, dopodichè ho cambiato tutti. Vincere una partita così ti fa comunque certamente piacere, al di là della mancanza di tanti titolari, ma c'erano comunque Guarin, Palacio, Telles, Felipe Melo, questo ti dà soddisfazione. L'abbiamo presa con l'atteggiamento giusto, poi ho cercato di fare capire subito che questo fosse solo un punto di partenza per continuare in campionato e fare il meglio possibile".

Da quando ha appeso le scarpe al chiodo, l'hermano mayor Javier Zanetti guarderà il suo 3° Derby da vicepresidente dell' Inter dalla tribuna: "Javier lo sta vivendo diversamente, l'unica cosa che a lui fa piacere è che riesce ad essere sempre presente ad ogni allenamento e che Mancini gli abbia dato la possibilità di restare sempre vicino alla squadra, ma sono convinto che gli piacerebbe tantissimo giocarne un altro - conclude Sergio - Queste sono le partite che uno quando è al di fuori ha voglia enorme di giocare, ma ora ha un altro incarico. I derby non si giocano, la cosa più importantesarà vincerlo: sarebbe una soddisfazione per tutta la società e per i nuovi che sono arrivati. Come finirà? Secondo me sarà molto combattuta, Mihajlovic carica molto la squadra, ma se la qualità verrà fuori l'Inter è più attrezzata tecnicamente del Milan e ci sono giocatori che possono fare la differenza e chiudere il match in qualsiasi momento".