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Il calcio studia la ripartenza, CorSera: “Ecco il piano: tamponi anche una volta al giorno se…”

A riportarlo è il Corriere della Sera

Matteo Pifferi

Le parole di Giovanni Rezza hanno scosso l'ambiente del calcio: l'aver ammesso di essere pessimista circa una ripartenza del calcio ha alimentato il partito dei contrari e, al contempo, scatenato quello dei favorevoli alla ripresa, tra i quali c'è la Lazio e le dichiarazioni di ieri di Diaconalene sono la conferma. La FIGC ha contattato altri infettivologi che hanno dato un parere discordante rispetto a quello di Rezza. "Gravina resta ancorato alle parole del ministro Spadafora che ha promesso di riaprire gli allenamenti il 4 maggio se le cose dovessero migliorare in maniera significativa. Ma in attesa di capire se il carrozzone potrà mettersi in movimento, 56 giorni dopo l' ultima partita, ci si interroga su come farlo in condizioni di totale sicurezza. L' idea, sulla quale si sta ragionando da giorni, è costituire una specie di bolla protettiva in cui tenere le squadre", spiega il Corriere della Sera. Domani la commissione medica della FIGC stabilirà delle linee guida che saranno poi valutate dal Ministro Speranza. Per ripartire sarà necessario poi fare uno screening ad hoc e una serie di controlli ripetuti durante l'estate.

DALLA TEORIA ALLA PRATICA - "Ai club verrà chiesto di sanificare i centri sportivi, di circoscrivere l' ingresso a un gruppo ristretto di persone, di eseguire approfondite visite mediche sui giocatori per avere una nuova idoneità attraverso test molecolari e sierologici. A quei giocatori che il virus lo hanno contratto, toccheranno anche esami radiologici e cardiovascolari", continua il CorSera, che però fa un distinguo tra teoria e pratica. Il calcio pensa di partire il 27 aprile con le visite, il 4 maggio il via degli allenamenti mentre le prime partite il weekend del 30-31 maggio. Uno dei tanti problemi è rappresentato dal fatto che quasi la metà (9 su 20) delle squadre non ha a disposizione un centro sportivo per accogliere le squadre e permettere ai giocatori e allo staff di dormire. "E anche le più attrezzate, come Inter e Milan, potrebbero essere costrette a rivedere i piani", commenta il quotidiano che spiega come, a parte la Juventus che ha un albergo di sua proprietà, le altre compagini sarebbero costrette ad affittarne uno.

TAMPONI - Per mantenere basso il rischio di contagio, l'idea è quella di fare continui tamponi ai giocatori e ai vari elementi dello staff, uno ogni quattro giorni o addirittura uno al giorno, qualora i giocatori non restassero nei centri sportivi a pernottare ma rientrassero nelle proprie case.