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Tardelli: “Adoro Barella, ma finora un po’ sottotono. Bastoni e Calafiori i migliori”

Tardelli: “Adoro Barella, ma finora un po’ sottotono. Bastoni e Calafiori i migliori” - immagine 1
Del percorso dell'Italia all'Europeo e della gara degli ottavi di finale contro la Svizzera ha parlato, a La Gazzetta dello Sport, l'ex centrocampista
Andrea Della Sala Redattore 

Del percorso dell'Italia all'Europeo e della gara degli ottavi di finale contro la Svizzera ha parlato, a La Gazzetta dello Sport, l'ex centrocampista di Inter e Juve Marco Tardelli:

«Partiamo dal sistema di gioco: quello usato contro la Croazia ha quasi funzionato, anche se qualche rischio c’è stato. Nel complesso Spalletti ha trovato un equilibrio con due esterni così, ma è un equilibrio più difensivo che offensivo».


Meglio con Chiesa?

«Un po’ meglio: qualche strappo in più, non molti. Forse, a vedere come sta lui, c’è anche da rivedere qualcosa a livello di condizione, però quella di solito cambia nel corso del torneo. Prima però vedo altre urgenze, almeno due».

La prima?

«Serve più determinazione. Non ne ho vista nelle prime tre partite: non abbastanza, neanche con la Croazia».

E la seconda?

«Finora mi è sembrato un centrocampo un po’ assente: di idee e di qualità. Non abbiamo il reparto che ci piaceva tempo fa, nonostante uno come Barella, che come si sa io adoro».

Tardelli: “Adoro Barella, ma finora un po’ sottotono. Bastoni e Calafiori i migliori”- immagine 2

L’ha visto sotto tono?

«Un po’ sì, ma mica solo lui: anche Jorginho, Pellegrini, Frattesi. Un po’ troppi centrocampisti, insomma. Ma è un discorso abbastanza generale: fra i titolari, al di là di Donnarumma, i giocatori più all’altezza sono stati due difensori, Bastoni e Calafiori».

Un problema più di sistema o di uomini?

«Torno lì: forse più di condizione non ideale. Un centrocampo tutto sommato lento come quello della Croazia è stato aggredito poche volte in velocità».

E quello della Svizzera si preannuncia come meno “palleggiante”, meno tecnico, ma sicuramente più intenso.

«Non sempre bisogna essere palleggianti e tecnici: bisogna essere tosti. Da poco ho portato ad esempio Bonucci e Chiellini, la loro cattiveria sportiva. Se ti manca quella, lo vedi che non vai. E non mi sembra di vederla sempre in questa Italia».

Azzarderebbe Fagioli al posto di Jorginho?

«D’istinto dico sì: se è stato convocato, rinunciando a Locatelli, c’è uno scopo dietro. O magari c’era, non so se esiste ancora: questo può dirlo solo Spalletti che vede i giocatori tutti i giorni, li pesa dal punto di vista fisico, tecnico, ma anche psicologico».

 

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