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Tardelli: “Mancini, fulmine a ciel sereno: chiunque arrivi sarà spaventato. E Barella…”

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Tardelli: "Mancini doveva dimettersi dopo la Macedonia? No, credo sia stato giusto continuare. Mancini aveva vinto gli Europei"
Matteo Pifferi Redattore 

Intervenuto ai microfoni de La Stampa, Marco Tardelli ha commentato così delle dimissioni di Roberto Mancini da CT dell'Italia:

«L’unica cosa che si può dire è che è stato un fulmine a ciel sereno. Anzi, nemmeno a ciel sereno perché, se fosse stato sereno, non sarebbe arrivata una decisione simile. È difficile dare un parere perché bisogna prima capire bene le motivazioni. Sono stupito ma non giudico negativamente. C’è chi parla di offerte dall’Arabia Saudita, però Mancini ha fatto riferimento a una scelta personale. Non capisco: erano appena state ridisegnate le giovanili come chiedeva Mancini che, però, forse ha avvertito poi una mancanza di fiducia. L’unico dato certo


è che ora c’è un problema colossale: ci sono due partite dell’Italia a settembre e la Nazionale non ha un ct».

Qual è il successore ideale?

«Difficile dirlo. Conte ha già allenato l’Italia ma ha scelto di andare via. Spalletti forse è lontano dagli standard degli stipendi federali. Un giovane allenatore come De Rossi dovrebbe prendersi un bel rischio e potrebbe bruciarsi. Perché questa Nazionale deve assolutamente qualificarsi agli Europei. Ora serve solo mettersi calmi e scegliere bene. Il presidente Gravina deve riflettere bene. Temo che chiunque arriverà sarà un po’ spaventato, perché avrà di fronte una situazione davvero caotica. E avrà davanti pochissimo tempo».

Che giudizio dà della gestione Mancini?

«Mi piace come allena e come fa giocare le sue squadre. Ha vinto gli Europei: non succedeva da 53anni. E ha fatto esordire molti giovani».

Questo epilogo inatteso non dimostra che forse sarebbe stato meglio separarsi dopo la mancata qualificazione mondiale?

«No, credo sia stato giusto continuare. Mancini aveva vinto gli Europei. Aveva alle spalle questo traguardo grandioso appena centrato. E non dimentichiamoci che ha fallito la qualificazione al Mondiale anche per sfortuna. Era arrivato davvero a un passo, se non fosse stato per quei due rigori falliti».

C’è un giocatore azzurro che ha la personalità per aiutare il gruppo a superare questa fase di smarrimento?

«Penso che il più indicato sia Barella. Ha dimostrato in campo di avere qualità da leader».

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