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Cosa la intriga di lui?
«È uno dei pochi centrocampisti che sa come farsi trovare al posto giusto al momento giusto. Il gol segnato col petto contro Israele lo dimostra. Lui, in fondo, era lì. E c’è sempre. Sa inserirsi e giocare in verticale, attacca e difende. E poi segna gol pesantissimi. L’anno scorso è stato decisivo pur non giocando titolare. Insomma, ha molto coraggio».
È questo che le piace di più?
«Sì, la sua personalità».
In cosa deve migliorare?
«Nella gestione della palla e nell’attenzione. Il centrocampo è una barriera, un filtro da cui passa tutto, ma uno come lui dà la possibilità a tutti gli allenatori di avere più scelte. E Inzaghi lo sa bene».
C'è un centrocampista di oggi a cui lo paragonerebbe?
«È presto. E poi facciamogli fare una stagione da titolare fisso e acquisire ancora più sicurezza».
Questo dipenderà da Inzaghi.
«Certo, ma una cosa è sicura: Davide gioca in questo modo in Nazionale per dimostrare che può farlo anche nell’Inter. Vuole far vedere che è bravo e che può tenere botta nelle grandi sfide di Champions. L'Italia resta una vetrina fondamentale. Non gli manca nulla per poter competere a quel livello. Ha una vivacità pazzesca, inoltre, perché riesce sempre a pungere e lo fa dai tempi in cui giocava in Serie B. Pochi altri centrocampisti sanno farlo».
Il blocco Inter, comunque, con l'Italia fa la differenza: Bastoni, Barella, Dimarco, Frattesi.
«I blocchi restano fondamentali. È un valore aggiunto attorno a cui far girare la meglio la squadra. Ai miei tempi ce n’erano di più, ora magari è più difficile, ma l’Inter resta una certezza».
L’Italia è al sicuro.
«Quelli come lui, ragazzi che hanno voglia di fare e di andare oltre, mi sono sempre piaciuti molto. E Frattesi è così, elettrico e pronto a buttarsi in area per segnare. Il futuro sono quelli come loro».
A proposito: Davide l’ha superata. Lei si è fermato a 6 gol in Nazionale in 81 sfide, lui contro Israele è arrivato a 7 in 21 partite. Se la sente di fare un paragone con la sua epoca?
«Però dai... io ero più bravo! Scherzi a parte, comunque no, nessun confronto con i miei anni. Più che altro perché mi risulta sempre difficile collocare un giocatore di oggi nella mia epoca, e viceversa. Ogni era ha i suoi totem e le sue regole».
E Frattesi dove lo vede tra tre anni?
Titolare. E soprattutto in Italia, insieme a Barella. Le big straniere busseranno alle loro porte perché sono due talenti, ma non facciamoceli scappare».
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