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C'è un centrocampista di oggi a cui lo paragonerebbe?
«È presto. E poi facciamogli fare una stagione da titolare fisso e acquisire ancora più sicurezza».
Questo dipenderà da Inzaghi.
«Certo, ma una cosa è sicura: Davide gioca in questo modo in Nazionale per dimostrare che può farlo anche nell’Inter. Vuole far vedere che è bravo e che può tenere botta nelle grandi sfide di Champions. L'Italia resta una vetrina fondamentale. Non gli manca nulla per poter competere a quel livello. Ha una vivacità pazzesca, inoltre, perché riesce sempre a pungere e lo fa dai tempi in cui giocava in Serie B. Pochi altri centrocampisti sanno farlo».
Il blocco Inter, comunque, con l'Italia fa la differenza: Bastoni, Barella, Dimarco, Frattesi.
«I blocchi restano fondamentali. È un valore aggiunto attorno a cui far girare la meglio la squadra. Ai miei tempi ce n’erano di più, ora magari è più difficile, ma l’Inter resta una certezza».
L’Italia è al sicuro.
«Quelli come lui, ragazzi che hanno voglia di fare e di andare oltre, mi sono sempre piaciuti molto. E Frattesi è così, elettrico e pronto a buttarsi in area per segnare. Il futuro sono quelli come loro».
A proposito: Davide l’ha superata. Lei si è fermato a 6 gol in Nazionale in 81 sfide, lui contro Israele è arrivato a 7 in 21 partite. Se la sente di fare un paragone con la sua epoca?
«Però dai... io ero più bravo! Scherzi a parte, comunque no, nessun confronto con i miei anni. Più che altro perché mi risulta sempre difficile collocare un giocatore di oggi nella mia epoca, e viceversa. Ogni era ha i suoi totem e le sue regole».
E Frattesi dove lo vede tra tre anni?
Titolare. E soprattutto in Italia, insieme a Barella. Le big straniere busseranno alle loro porte perché sono due talenti, ma non facciamoceli scappare».
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