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Tare: “É l’Inter di Inzaghi. Era spalle al muro lo scorso anno, pochi ne sarebbero usciti vivi”

L'ex ds della Lazio ha parlato dei tecnici di Inter e Milan che ha avuto entrambi sulla panchina della squadra biancoceleste

Della sfida di sabato 16 settembre tra Inter e Milan, ma anche del duello tra i due allenatori Simone Inzaghi e Stefano Pioli ha parlato, a La Gazzetta dello Sport, l'ex ds della Lazio Igli Tare. Il dirigente li ha avuti entrambi come tecnici e ha dato il suo giudizio:

Cosa accomuna i duellanti del derby di Milano?

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«L’empatia, il saper creare un legame forte coi calciatori, per questo in cambio ottengono fiducia. Forse, tra i due, Inzaghi è ancora un po’ più... “giocatore”: tende a essere un amico, anche se sa quando tenere le distanze».

In cosa sono diversi, invece?

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«Nell’evoluzione tattica. Inzaghi è partito con uno stesso modulo perfezionato negli anni: il 3-5-2 è un punto di forza, dà sicurezze. Pioli ha variato di più: già da noi spesso usava il 4-3-3, ma ha vinto uno scudetto con il 4-2-3-1».

Li ha conosciuti a Roma: come li vede da milanesi?

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«Pioli è arrivato al Milan con un bagaglio più vario e diverse esperienze. La parentesi all’Inter lo ha aiutato, ma pure quanto vissuto alla Lazio e alla Fiorentina l’ha preparato per il salto definitivo. Aveva la giusta maturità già al momento dell’arrivo a Milano, poi la sua crescita l’abbiamo vista fino allo scudetto. In partenza ci potevano essere dei punti interrogativi su Simone: qualcuno pensava fosse troppo giovane, poco internazionale e, invece, ha già una bacheca molto più ricca di tanti “vecchi”. È riuscito ad accorciare i tempi grazie alla sua tenacia e ha perfino sfiorato la Champions».


Cosa gli è mancato, invece, per aggiungere lo scudetto?

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«Io mi soffermo, piuttosto, su un altro aspetto: conta soprattutto come esci dalle difficoltà che fanno parte del percorso. Simone l’anno scorso era spalle al muro, ma è stato straordinario nel non cedere alle pressioni esterne e a concentrarsi sul presente. Pochi altri sarebbero usciti vivi, ma resistendo a quella tempesta per Inzaghi è cambiato tutto: questa è finalmente la “sua” Inter».

E il nuovo Milan, rivoluzionato sul mercato, è già tutto di Pioli?

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«La sua mano si vede nel modo in cui ha integrato i nuovi: Pulisic, Reijnders, Loftus-Cheek, gente che dà ritmo e cambia la partita. Come il Milan, anche l’Inter ha fatto un mercato interessante, stuzzicante, modificando l’assetto offensivo. Credo che le due squadre se la giocheranno per mesi».

Ma il derby arriva immediatamente: forse è troppo presto?

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«No, è il momento ideale perché vincano le emozioni e lo spettacolo. Le squadre sono partite così bene che sarà questione di dettagli e potrà succedere davvero di tutto».


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