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"Il fresco gol al Kirghizistan a Teheran gli ha regalato la testa del girone, ma a far discutere dopo il match sono state le parole dell’interista davanti a un microfono della Federazione. Ha camminato su un terreno traballante, quello del rapporto tra il regime di Khamenei e la stessa nazionale di calcio: i giocatori sono stati accusati spesso di essere legati a doppio filo a un governo contestato da una fetta crescente di popolazione. Non a caso, durante la partita la squadra era stata contestata duramente, indipendentemente dal risultato. Una parola era andata di traverso all’attaccante nerazzurro: bishara f, in farsi semplicemente “senza onore”. «Non possono chiamarci così... — ha attaccato Mehdi —. Altre persone hanno fatto precipitare il nostro Paese in questa situazione economica, non noi calciatori, sportivi, personaggi famosi (tutte categorie per vari motivi nel mirino della protesta, ndr)». Taremi ha poi proseguito nella sfuriata: «Io so che la situazione è peggiorata per tutti, che la gente è sotto pressione e vuole liberarsi di questa rabbia, ma non è giusto che la protesta si rivolga contro di noi. Stiamo dalla parte loro...». E ancora: «Non abbiamo rovinato noi questo Paese che amiamo». Tra attivisti condannati in patria, missili consegnati da Teheran alla Russia e tensioni con Israele, il contesto sociopolitico amplifica ogni parola", spiega Gazzetta.
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