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Taremi, pressione a Thuram. Medhi ha stupito tutti all’Inter e prova a ribaltare le gerarchie

Andrea Della Sala Redattore 
L'ex attaccante del Porto ha convinto già tutti nel club nerazzurro. In due partite ha fatto vedere tutte le sue qualità

Dopo l'ottimo precampionato, il breve stop, Taremi si è confermato nelle prime due uscite ufficiali con la maglia dell'Inter. Bene l'ingresso a gara in corso col Genoa, ancora meglio da titolare con il Lecce. E ora mette già pressione ai titolari di Inzaghi.

"L’uomo delle rovesciate ci ha già provato, a costo anche di fare brutta figura davanti a settantamila tifosi. Questione di personalità, oltre che di classe, la stessa che gli ha fatto vincere il premio per il gol dell’anno in Champions nel 2021, per la «bicicletta» con cui segnò al Chelsea. Un’altra, contro la Siria, fu ancora più bella, ma intanto l’Inter ha iniziato a scoprire le altre doti di Medhi Taremi, che fuori dal campo ha la voce sottile e l’aria ancora un po’ spaesata, ma in campo ha esperienza, malizia e un campionario piuttosto articolato. Quello di un attaccante che segna di media un gol ogni due partite e che l’anno scorso, il quarto per lui con il Porto, è stato il migliore in Portogallo per la pressione esercitata sui difensori", analizza La Gazzetta dello Sport.

"Quanto basta per colpire Inzaghi e il suo staff, anche con l’educazione e la gentilezza, e per provare a rovesciare le gerarchie in attacco, mettendo pressione su Thuram e provando a diventare il terzo incomodo, come era stato Dzeko due anni fa tra Lautaro e Lukaku: sarà una coincidenza ma il francese è partito fortissimo con la doppietta al Genoa e il rigore procurato per il 2-0 al Lecce. «Per me giocare qui è un sogno e non è facile trovare spazio» dice Taremi, con quel basso profilo che lo ha fatto arrivare in Europa solo a 27 anni, su consiglio di Carlos Queiroz, il portoghese che ha allenato l’Iran anche all’ultimo Mondiale. Del resto per arrivare al Rio Ave, prima tappa europea, Taremi che all’Inter ha firmato un triennale da 3 milioni, si era pure tagliato lo stipendio, perché in Iran il calcio è una cosa seria e il Persepolis è uno dei giganti d’Asia", aggiunge Gazzetta.