"La vita di tutti è la cosa fondamentale. Giocare adesso non si può ed è giusto che sia così". Ai microfoni de' La Gazzetta dello Sport, l'ex milanista e attuale vice di Shevchenko sulla panchina dell'UcrainaMauro Tassotti ha espresso la sua preoccupazione per l'emergenza Covid-19: "Come si potrebbe non essere preoccupati? Vado a prendere il pane per dieci giorni, aspetto di trovare lo slot per la spesa online al supermercato anche all’alba. Forse questa esperienza può insegnarci qualcosa di nuovo, solo i nostri nonni o i nostri genitori hanno vissuto il dopoguerra. Stiamo sperimentando una situazione estrema. All’inizio si diceva che fosse poco più di una influenza, poi ti ritrovi con amici e conoscenti in rianimazione. Si diceva: muoiono solo i vecchi. Ma che discorso è? Gli anziani sono la nostra storia".
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Coronavirus, Tassotti: “La vita è la cosa fondamentale. Porte chiuse? Il calcio senza gente non esiste”
L'ex calciatore del Milan e attuale vice di Shevchenko sulla panchina dell'Ucraina ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport
CALCIO - "Come uscirà da questa pandemia? Non saprei. Il primo obiettivo mi pare che sia uscire di casa. In qualche modo ce la faremo, che sia giocare fino a estate inoltrata, fare tre partite la settimana, pensare ai playoff. Vedo che in Lega ci sono schieramenti opposti, ma la cosa che mi preme di più ora è che il sud dell’Italia impari dagli errori e dai tentennamenti. In Lombardia è stato difficile, ci siamo trovati a combattere con cose che non erano mai accadute. Mi pare che altrove sia andata allo stesso modo, forse peggio. Negli italiani c’è uno spirito riscoperto da tenere stretto per il futuro, altrimenti tutto passa per niente. La lezione deve servire anche a chi governa: fai tagli alla sanità e poi ti trovi a non avere posti negli ospedali. Ora bisognerà avere sensibilità e occhio lungo. La solidarietà è scattata ovunque ed è una cosa bella oltre che necessaria. Poi non so come ripartirà il calcio, all’inizio sarà una tristezza infinita, giocare a porte chiuse non ha senso, il calcio senza gente non esiste. Una gara va bene, ma tante... mi pare una forzatura. Capisco gli interessi in ballo, però non so se sia giusto".
STIPENDI - "Il taglio degli stipendi dei giocatori? Credo che sia fattibile, in un momento del genere ci sta di ritrovarsi e parlarne. Però pensiamo anche a chi resta indietro, non ci sono soltanto i ricchi della Serie A. Qualche club in questa situazione potrebbe lasciarci le penne, i giocatori di conseguenza. Bisogna trovare una strada per far sì che tutto continui come e meglio di prima".
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