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Tavecchio, ok a ET, pollice verso Milan: “Nuovi stadi sono bufale, non si faranno! Basta…”

Dario Di Noi

Ospite alla Ghirada, nel campus universitario della Città dello Sport costruita alle porte di Treviso, per un incontro con gli studenti del master in Strategie per il business dello sport, il presidente della Federcalcio italiana, Carlo...

Ospite alla Ghirada, nel campus universitario della Città dello Sport costruita alle porte di Treviso, per un incontro con gli studenti del master in Strategie per il business dello sport, il presidente della Federcalcio italiana, Carlo Tavecchio, ha trattato - con decisione e durezza - tanti temi, offrendo molti spunti su alcuni argomenti delicati legati al futuro del calcio italiano.

STIPENDI - “Ci sono giocatori e allenatori che cambiano Mercedes ogni volta che cambiano vestito, stranieri che a Milano hanno acquistato mezza via della Spiga. Leggere di alcuni ingaggi è uno schiaffo alla società e al buon senso. Bisognerebbe parametrare gli emolumenti all’andamento dell’economia. Non si può andare avanti con questo sistema: in Italia, come in Inghilterra o Spagna”.

OPTI' POBA' - “Uno scivolone, ma il problema esiste davvero e con le nuove direttive Figc stiamo cercando di porvi rimedio. Prima gli extracomunitari venivano importati a stock, adesso con la riduzione delle rose, il fair play finanziario e il requisito dei quattro anni di esperienza in Italia abbiamo ridotto il mercimonio”.

NUOVI STADI - “Non ha senso farsi illusioni. L’impiantistica può essere rinnovata solo attraverso la sistemazione dell’esistente, seguendo l’esempio di Udine. I nuovi stadi non si faranno mai, inutile continuare ad alimentare la bufala. Per realizzarli servono soldi e soprattutto un sistema Paese che aiuti le società. Ne abbiamo già una decina (di stadi) di livello europeo, basterebbe solo rimodernarli: San Siro e l’Olimpico, ma anche Napoli, Genova, Bologna e Firenze. Invece realizzarne di nuovi a Milano o a Roma vorrebbe dire creare delle cattedrali nel deserto. Saremmo costretti a farli fuori dalle città e dovremmo affiancarli a cinema o supermercati. Tutte attività che già falliscono da sole. Uno stadio nuovo comporta investimenti pazzeschi. La Juve? Lo Stadium è stato costruito sui ruderi di un altro impianto, così si può. Bisogna guardare alla ristrutturazione del Friuli, nata dall’alleanza Comune-società. La stessa Firenze può sposare un progetto analogo. Sono stato in Portogallo, dove hanno dato vita a nuovi stadi solo grazie a un fondo europeo e alla suddivisione delle spese fra società e Comuni. In Italia, anche solo per l’ammodernamento, lo Stato dovrebbe accollarsi la copertura degli interessi. E non confrontiamo la nostra situazione con quella di Real Madrid e Barcellona: siamo una formica contro degli elefanti”.

TECNOLOGIA - “È ormai ineludibile, ma il termine moviola non è mai uscito dalla mia bocca. Ho aperto al gol-non gol, se ne parlerà nel prossimo Consiglio federale. E all’aiuto per i falli dentro-fuori area: aspettiamo entro febbraio l’ok da Ifab e Fifa. Siamo pronti a sperimentarlo in serie A. I costi? Il massimo campionato muove 1 miliardo e 200 milioni di euro in diritti televisivi: di cosa parliamo?”.