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Teotino: “Inter cresciuta con Suning. Conte? Non si capisce di cosa si lamenti anche perché…”

Matteo Pifferi

Il pensiero del giornalista sulle colonne de La Gazzetta dello Sport

Intervenuto sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, il giornalista Gianfranco Teotinoha parlato così della querelle Conte-Inter:

"Non si vince di solo Conte. Il percorso di crescita dell’Inter è cominciato prima del suo arrivo e non si concluderà se la crisi attuale dovesse sfociare in un divorzio a fine stagione. E’ stato così anche alla Juventus: se un progetto calcistico e industriale è solido, le sue fortune non possono essere determinate da un uomo solo, per quanto sia indiscutibilmente un asso nel suo specifico. Poi, certo in bianconero Conte è stato il detonatore di una serie fragorosa e forse irripetibile, per sua bravura immediata, ma pure per quel pizzico di fortuna che spesso accompagna i successi a sorpresa: il primo scudetto del 2012 fu certamente condizionato dal gol di Muntari non assegnato al Milan nello scontro diretto, un episodio che magari non ha avuto la stessa letteratura del famoso gol di Turone annullato alla Roma nel 1981, ma che sicuramente ha inciso di più nella storia del calcio italiano. Cioè: un progetto vincente e un allenatore vincente prima o poi producono vittorie, ma non automaticamente subito".

SUNING - "Conte o non Conte, nei primi quattro anni di proprietà Suningl’Inter è cresciuta. Si è avvicinata in modo significativo alla concorrenza, interna e anche internazionale, sia sul piano più strettamente sportivo sia a livello di cultura d’impresa. In campionato è passata dal settimo al secondo posto, conquistando nelle ultime tre stagioni quella qualificazione Champions che era stata fallita per sei anni consecutivi. E si presenta oggi in Europa League nei panni di favorita per la conquista della finale nella sua parte di tabellone. La società ha chiuso il bilancio 2018-19 con un fatturato, al netto delle plusvalenze, di oltre 373 milioni rispetto ai 186 milioni del 2015-16, cioè con un aumento del 100,5% dall’inizio dell’era Suning. Nello stesso periodo, per dire, il Milan, con qualche alto e basso, è rimasto ancorato intorno ai 225 milioni. Ma non solo. L’Inter è entrata nella Top Ten europea della Football Money League di Deloitte per ricavi commerciali, a quota 154 milioni, cioè oltre il 41% del totale, più o meno come la Juventus, nonostante la sottovalutazione del valore della maglia e il modesto contributo dato dal main sponsor, il cui contratto scade comunque ora. E si sa quanto le entrate commerciali siano diventate essenziali per essere competitivi: già oggi, e ancor più domani, nei top club hanno un peso superiore agli stessi diritti televisivi".

FUTURO - "Passi da gigante l’Inter li ha fatti anche grazie alla strategia digitale. Ancora distante per numero di followers dalla Juventus, che si avvale dell’effetto CR7, la società nerazzurra è cresciuta nell’ultima stagione più di tutti: +56,46%. Fra Facebook, Twitter, Instagram e YouTube ha ora oltre 12 milioni di fan, rispetto ai 2,6 del Milan. Senza disdegnare l’apertura di canali ufficiali su piattaforme più giovanili come Tik Tok e Telegram. Il tutto finora tenendo a bada tanto i conti quanto Conte. Che non si capisce di cosa si lamenti, visto che, anzi, il passo più lungo della gamba da un punto di vista economico finanziario è stato forse fatto proprio nelle ultime due sessioni di mercato per dare a un allenatore così esigente una rosa competitiva da subito. Sono stati presi Godin, Sensi, Lukaku, Lazaro, Barella, Biraghi, Alexis Sanchez, Young, Moses, Eriksen con un saldo negativo di circa 120 milioni, che peserà molto sul bilancio d’esercizio, quest’anno in rosso anche al di là dell’effetto pandemia. Ma la proprietà ha spalle forti e ambizioni dichiarate. Non si vince di solo Conte".