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Test, stadi divisi in zone e non ci si muove fino all’eliminazione: ecco il protocollo UEFA

Matteo Pifferi

Nei sei stadi ci saranno 120 persone per

"No way back, non si torna indietro: chi vola in Portogallo per la Final Eight di Champions o in Germania per quella di Europa League non potrà rientrare nel Paese di provenienza prima della propria eliminazione dal torneo". E' questo uno dei capisaldi, ribadito dalla Gazzetta dello Sport, del protocollo stilato dall'UEFA per blindare le fasi finali di Champions ed Europa League.

L'obiettivo chiaro è di limitare al minimo i rischi di contagio e non si lascerà nulla di intentato. Sarà importante cercare di evitare 'incroci di comitive' oltre ad una serie di procedure standard per le squadre che non potranno lasciare il Portogallo e la Germania fino ad eliminazione avvenuta o fine del torneo. I test per i giocatori e i relativi staff iniziano 48 ore prima della partita e 48 ore prima di ogni partita, con un medico ufficiale assegnato ad ogni squadra. Lo stadio, poi, sarà diviso in quattro zone con 120 persone all'interno per la zona 1, ossia quella tecnica, con 45 persone a squadra più 30 neutrali. "Niente zona mista a fine gara, niente telecamere negli spogliatoi. A ogni spostamento dei giocatori corrisponderà una misurazione della temperatura corporea. Ma saranno spostamenti interni", commenta La Gazzetta.