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Ha un ricordo particolare che la lega a Conte?
«Me ne viene in mente uno che fotografa alla perfezione il personaggio: lottavamo per lo scudetto con la Roma, io ero in Argentina per un problema familiare e non potevo allenarmi. Avremmo giocato coi giallorossi nel fine settimana. Prima mi disse di stare tranquillo, 3 giorni dopo mi chiese di tornare perché dovevamo vincere a tutti costi e mi voleva in campo. Per lui esisteva solo la vittoria».
In A vede un nuovo Tevez?
«Non esiste… (ride ). Non ho trovato nessuno che mi assomigli, non tanto dal punto di vista tecnico, quanto da quello del sacrificio e dell’agonismo. Io mettevo il cuore in campo, davo tutto me stesso. Ora credo che questo si sia un po’ perso, non solo in Italia ma in Europa in generale».
In Serie A chi l’ha colpita?
«Lautaro senza dubbio. È dominante, fa la differenza. Poi se hai un attaccante che segna così tanto hai già una mano sullo scudetto. L’Inter è completa, ma lui è un incredibile valore aggiunto».
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