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"Non c’è niente di casuale in questa trasformazione. Da quando è tornato in anticipo ad Appiano, sia per assecondare una precisa richiesta di Inzaghi sia perché lui stesso voleva sbollire in fretta la delusione di un Europeo vissuto da comparsa, Thuram lavora a stretto contatto con lo staff e ha aggiunto allenamenti ad hoc per onorare il numero che ha sulle spalle. Dall’efficacia nella conclusione in porta all’occupazione dell’area di rigore, adesso sì che è un nove fatto e finito".
"Mai Marcus era uscito così bene dai blocchi: non solo è la migliore partenza della vita, ma l’anno scorso di questi tempi l’aveva messa dentro una volta appena. A fine stagione era poi arrivato a 13 reti, abbastanza, ma mai aveva dato l’idea di essere uno specialista della materia: il meglio lo aveva mostrato nel lavoro generoso al servizio del Toro cannibale. Invece, oggi Marcus governa il pallone dentro all’area un 25% in più di prima (30 tocchi contro 22 da un anno all’altro) e, più in generale, ha la porta avversaria incisa in testa, come una scultura nella pietra. I tiri erano 8 nel 2023-24, ora è arrivato a 11 e pure con alta efficienza, visto che ha centrato lo specchio sette volte (appena due nell’anno dello scudetto). In questa nuova vita da bomber. Thuram ha finora supplito al ritardo di condizione del gemello d’attacco, ma questo ha limitato il suo altruismo, che resta comunque un dato di natura: al momento è passato da 2 a 0", analizza La Gazzetta dello Sport
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