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"Thuram a Milano ha bruciato le tappe. La sua parabola ha ricordato quella di Skriniar (quando è arrivato, partiva alle spalle di Miranda e Ranocchia ma ci è voluto poco per capire che lo slovacco avrebbe messo la freccia), oppure quella di Bastoni, lanciato da Conte a discapito di Godin una volta capito che razza di talento stava maneggiando. Il gran rifiuto di Lukaku ha agevolato il lavoro di Inzaghi, ma ha mostrato anche un lato di Thuram che nessuno poteva conoscere: ovvero la capacità di reggere senza problemi le pressioni. Di certo lo hanno aiutato i consigli di papà Lilian - sempre presente allo stadio - e senz’altro il fatto di padroneggiare perfettamente la lingua lo ha agevolato. Però c’è anche molta “garra” nel suo dna: si è trovato a dover fare il titolare nella squadra vice campione d’Europa, ha dovuto imparare a giocare in modo diverso (ci ha impiegato tutto il pre-campionato) e lo ha fatto in un’Inter che partiva con il dovere di fare corsa di testa per lo scudetto. Che la pasta fosse quella giusta, Inzaghi e il suo staff l’hanno capito subito - in estate si erano dati un mese per completare il suo inserimento nel 3-5-2 - e il super gol nel derby del 16 settembre, l’ha fatto capire pure a tutti i tifosi dell’Inter che l’hanno subito adottato", commenta Tuttosport.
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