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Perché il gol di Arnautovic l’ha emozionata così tanto?
—"Io e mio figlio eravamo in primo arancio, abbiamo visto i due errori di Arnautovic da vicino: soprattutto dopo il secondo gol sbagliato, Marko era affranto. Si sarebbe sotterrato. E proprio lui è riuscito a segnare: la cosa mi ha colpito particolarmente".
Quindi gioia, ma anche empatia nei confronti del calciatore?
—"Proprio così. Non ho mai avuto problemi né a ridere né a piangere, anche davanti alla mia famiglia e agli amici: se mi viene da piangere lo faccio, non lo ritengo un sintomo di debolezza. Sono un uomo di 183 centimetri per 110 chili, eppure va così. Anche durante la finale di Sinner agli Australian Open mi sono commosso: è lo sport".
Si commuove spesso per l’Inter?
—"Avevo pianto l’ultima volta dopo la finale di Istanbul, mi è andata giù male. Sono convinto che, se fossimo andati si supplementari, avremmo vinto. Mentre le ultime lacrime di gioia erano arrivate dopo l’euroderby: sono libidini, emozioni da portarsi dentro per sempre".
Che cos’è l’interismo?
—"È tutto. Chi veste la maglia dell’Inter è il migliore del mondo. Io guardo a quelli che ci sono attualmente, chi è andato via non ha capito dov’era".
(Gazzetta dello Sport)
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