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Toldo: “La Coppa Italia darà lo slancio per l’Europa. Champions? Inter squadra pazza…”

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex portiere di Fiorentina e Inter Francesco Toldo ha parlato della finale di Coppa Italia di questa sera

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex portiere di Fiorentina e Inter Francesco Toldo ha parlato della finale di Coppa Italia di questa sera, ma anche del cammino europeo delle due squadre in cui ha giocato.

Un doppio ex che, tra gli altri trofei, ha vinto due Coppe Italia a Firenze e tre a Milano.

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«Un trofeo a volte sottovalutato, ma che invece può dare lo slancio per altri successi. Ci è successo nel 2010 con Mourinho, ma anche la prima Coppa con Mancini, nel 2005, iniziò a segnare il cambiamento. La prima in nerazzurro e ancora nel pre-Calciopoli. Perché io divido chiaramente i due periodi».

Cosa hanno rappresentato per lei Fiorentina e Inter?

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«Insieme alla Nazionale, una vita. Firenze è stato il lancio, Milano la lotta perché a quei livelli non devi solo vincere ma anche confermarti. La cosa più dura».

Nel 2005 avete battuto nella doppia finale la Roma, doppietta di Adriano all’Olimpico e gol di Mihajlovic nel ritorno.

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«Due nomi che mi commuovono. Adriano era come un orsacchiotto, dovevi proteggerlo. Attaccante straripante, ma con le sue fragilità. Ero accanto a lui quando gli arrivò la notizia della morte del padre. Ha davvero faticato a riprendersi. Sinisa aveva visto la guerra, si è fatto da solo. Calcisticamente poi aveva avuto grandi maestri, tra cui Boskov. E quel sinistro... Grave perdita».


Nel 2006, il bis con la Roma. Il mattatore stavolta è Cruz.

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«Julio, un amico e un gran signore. Vivevamo nello stesso palazzo e andavamo insieme ad Appiano. Era sempre puntuale, anche in area. E quanto gli piaceva fare gol alla Juventus!».

In porta c’era già un altro Julio, Cesar, titolare pure nel successo 2010 che avviò il Triplete.

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«La differenza fu che mentre Mourinho mi spiegò perché mi preferiva Julio, Mancini prima non lo fece. Così è più difficile accettare la panchina».

Quello che sta facendo Handanovic, che però giocherà la finale.

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«Felice per lui. Ogni top club deve avere due grandi portieri».

Come finisce all’Olimpico?

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«L’Inter è potente e in forma, ma anche la Viola non scherza e in campionato ha messo in difficoltà i nerazzurri. In una finale però si resetta tutto. Conta solo come si entra in campo. È la testa che guida le gambe».

Le due squadre poi avranno un doppio esame di inglese in cui partono sfavorite con West Ham e Manchester City.

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«Buttare giù tutto! Così direbbe Vieri. Lasciare sul campo tutto quello che hai dentro. Loro sono più forti? Bene, che lo dimostrino! L’Inter soprattutto non ha nulla da perdere. È una squadra pazza e la serata potrebbe essere propizia per qualche pazzia. Se i ragazzi di Inzaghi pareggeranno la carica che avevamo noi contro il Bayern a Madrid...».