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Più difficile parare i rigori di Morata o Çalhanoglu?
"Çalhanoglu è una creatura a sangue freddo. Quegli occhi dicono al portiere che non c'è spazio per nessun condizionamento mentale".
Il suo derby più bello?
"Dico il più brutto: il doppio pareggio in Champions che qualificò il Milan. Le regole erano quelle, ma ancora sogno di potermela giocare ai rigori".
Mourinho?
"Persona meravigliosa. Tratta meglio i deboli che i forti e non teme i conflitti. La sera prima della semifinale Champions a Barcellona io e Muntari ci mettemmo le mani addosso per una battuta a tavola. I compagni ci divisero. Mourinho si buttò in mezzo, poi disse: "Così mi piacete, andiamo in finale"".
E con Julio Cesar?
"Un ragazzo d'oro. L'ho aiutato, consigliato e guidato, anche se sapevo che era lì per prendere il mio posto. Siamo in buoni rapporti, come con Batistuta, Figo, Orlandoni. Con Adani e Vieri ci vogliamo bene, ma sono un orso, non il tipo da Bobo Tv".
Chi segnò il famoso gol alla Juve?
"Io! Vieri aveva i mattoni al posto dei piedi. Gliel'ho lasciato per fargli vincere il titolo di capocannoniere".
Quando ha capito che era arrivato il momento di ritirarsi?
"Nella notte del Triplete a Madrid. Andai da Moratti e gli dissi che per me bastava così. Rispose che se lo aspettava e mi abbracciò".
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