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Tommasi: “Un positivo nel calcio non può essere trattato diversamente. Preoccupa che…”

Il punto del presidente dell'Assocalciatori

Redazione1908

"È uno degli aspetti da chiarire, anche perché è l'uniformità dei comportamenti che garantisce la sicurezza. La gestione della positività di un calciatore non può essere diversa da quella che riguarda altri ambiti del paese. Ci saranno dei protocolli, in questo senso, che dovranno essere confermati da chi ci autorizzerà a tornare a fare l'attività. Questo però ce lo dovranno dire i medici". Lo ha dichiarato a Fanpage il presidente dell'Assocalciatori (Aic), Damiano Tommasi, in merito al protocollo medico da seguire nella ripresa degli allenamenti di gruppo e poi nell'eventuale ripartenza del campionato.

"In questi giorni è stato fatto uno screening pre-allenamento, come giusto che sia in questo momento e i positivi verranno isolati. Sappiamo che non tutte le squadre hanno fatto già i test, per problemi logistici. Era da mettere in preventivo qualche caso di positività, vista la diffusione del virus soprattutto in alcune regioni d'Italia. Al di là dei nuovi casi positivi, è la prolungata positività di alcuni calciatori, andati oltre le tre settimane di positività, ad aumentare il livello di preoccupazione. Le problematiche che possono nascere da una positività, la durata della stessa, cosa può succedere nel gruppo alla luce dei contatti avuti dal soggetto risultato positivo, che sia un calciatore o un membro dello staff. Ad oggi sono situazioni che vengono gestite secondo i protocolli della Fmsi, ma ci sono società che stanno seguendo anche altre indicazioni, altre che attendono la ripresa degli allenamenti di gruppo per applicare le misure di sicurezza. Come dicevo, l'uniformità di applicazione delle norme è fondamentale".

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