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Intervenuto su Twitch alla BoboTV, Francesco Totti ha raccontato il suo addio da dirigente della Roma dopo la rottura con Pallotta:
"Sono sempre tifoso, mi incazzo quando ci si deve incazzare. Spero di portare, col mio nuovo lavoro da osservatore, nuovi giocatori alla Roma. Io a Trigoria? Porto solo il figlio, io rimango fuori da Trigoria, non entro più. Ci sono i magazzinieri e i fisioterapisti che, quando sanno che ci sono io, escono e parliamo. Se fossi rimasto alla Roma, mi sarebbe piaciuto fare il direttore tecnico, avere un potere decisionale sui giocatori. Penso che avrei potuto dare qualcosa in più di qualche altro dirigente. Ero l'ultimo dei mohicani in quel contesto, non venivo mai coinvolto nelle scelte. La proprietà è straniera, l'allenatore è straniero, uno che è competente e sa di Roma, penso che sarebbe stata la figura migliore che faccia da tramite tra squadra e società, forse adesso manca. Io come Maldini? Adesso Maldini ha preso potere, prima no. Se prendessi una società, chiamerei tutti gli ex giocatori e direi di cosa fare. Loro hanno giocato a calcio e ne sanno, è come se parlassi di politica".
"Ci sono persone e dirigenti che devono essere prime donne, io dissi una volta: "Prendiamo questo giocatore", non lo dicevo per me ma per il bene della Roma. Non deve uscire che "Totti ha preso quel giocatore lì", sono sicuro che avrebbe fatto bene perché poi è andato al Chelsea. A me non interessano le copertine, lo dicevo per il bene della Roma".
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