Del derby di domenica sera ha parlato anche l'ex allenatore di Milan e Inter Giovanni Trapattoni. Queste le sue considerazioni in vista della stracittadina di domenica a La Repubblica:
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Trapattoni: “Il derby non ha favoriti, ma l’Inter potrebbe essere condizionata da due fattori”
L'ex tecnico di Milan e Inter ha parlato del derby di domenica sera
«Il derby è imprevedibile e non ha mai favoriti. Stavolta è vero ancora di più: divise da un punto, stessa differenza reti. Rispetto all’andata, il Milan è più solido mentre l’Inter potrebbe essere condizionata dal caso Icardi, ma anche dallo sforzo e dal risultato dell’Europa League».
Lei è stato un grande innovatore, i suoi difensori hanno sempre segnato più di tutti, ma qualcuno ancora oggi la giudica un difensivista: perché?
«Credo sia una domanda da fare a quei giornalisti che continuano a catalogarmi così. Uno stereotipo trito e ritrito e per di più molto superficiale. Come allenatore ho sempre cercato l’equilibrio con la E maiuscola e il gioco che si adattasse meglio agli uomini che avevo a disposizione. Juve, Inter, Bayern, Salisburgo, sono squadre in cui sono riuscito a concludere il campionato con il miglior attacco e la miglior difesa. Ho prediletto un gioco concreto, orientato al risultato, privo di fronzoli non necessari».
Lei ha giocato e allenato e vinto ovunque, ma vorrei chiederle una "definizione del cuore" per Milan, Juventus e Inter.
«Milan: la prima famiglia, il club che mi ha fatto realizzare il mio sogno. Senza Milan la mia storia sarebbe stata indubbiamente differente. Juve: la lunga storia d’amore, un gruppo eccezionale che mi ha permesso di affermarmi come allenatore. Inter: una inarrestabile emozione, la squadra con cui cimentarmi per capire se i miei successi fossero legati soltanto alla Juve. Facendo un paragone con la vita, il Milan è stato l’adolescenza, la Juve il matrimonio, l’Inter il cambiamento della mezza età».
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