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Ci sono state veementi polemiche dopo la telecronaca di Giovanni Trapattoni contro la Germania. Un po' troppo libera, con un porca putt... e un 'orcozio' detti a microfono aperto che hanno suscitato un polverone. L'ex ct, però, non fa marcia indietro e a Repubblica spiega:
Allora, mister, è pentito?
"Mi è scappata, cosa devo dire? La diretta frega, il trasporto emotivo fa parte di me. Non ho studiato pedagogia o deontologia, non sono mica un professorone ".
Ma quella mezza bestemmia, Trap...
"Eh no, quella è un'esclamazione da sempre mia, orcozio è un modo di dire popolare dalle mie parti, io sono cattolico praticante, avevo una sorella suora, ho portato in panchina l'ampolla con l'acqua benedetta, vi pare che mi metto a tirar giù il bestemmione? "
Adesso, però, in tanti le chiedono un passo indietro. Lo farà?
"Prima cosa: non chiedo scusa a nessuno. Seconda cosa: se non sto più bene, beh, me lo dicano e io rimango a casa senza mettermi a piangere. Vivo lo stesso anche senza le telecronache. Io ho fatto la storia del calcio italiano, portate pazienza ".
Ma non ha paura che proprio questo sia il problema? Diventare, da mito, una macchietta?
"No, non mi sento un burattino e neanche un comico. Sono una persona sincera, sanguigna. Il sangue mi circola forte, lo sapete. Il Trap non è un buffone ma uno che capisce di calcio: come commentatore penso di poter spiegare il fatto tecnico, il mio è il contributo di uno specialista. Poi, lo capisco, se qualche solone fissato con la purezza della lingua italiana mi critica io lo accetto, prendo e porto a casa, ma per favore non mi offendete".
Mister, si era accorto del "porca putt."?
"Veramente no. Quando sono arrivato a casa, mia moglie mi ha chiesto: Giovanni, ma cosa hai detto? E io: perché, che cosa ho detto? E lei ha risposto: ho registrato tutto, riguardati un po'".
E lei, Trap, si è riguardato?
"Ehm, per adesso no, non ho avuto tempo, sono stato pieno di cose da fare. Ma stasera ho deciso, stasera mi metto sul divano e ascolto da cima a fondo questa benedetta telecronaca".
Sul suo linguaggio pittoresco, però, si scherza da sempre.
"Io sono quello di Strunz, lo so bene. Ci ho pure giocato, ho girato quello spot per le lavatrici parlando tedesco e facendo la mia caricatura. Ho 77 anni penso di essere anche autoironico, ma non posso diventare un pagliaccio. È una colpa non essere laureati? Allora sì, sono colpevole".
Avrà letto le critiche di questi giorni: cosa ne pensa? Quale le ha dato più fastidio?
"Qualcuno tenta di farmi passare per rimbambito e io non ci sto. Anche trent'anni fa parlavo così, mi esprimevo così. Ho girato il mondo, conosco il calcio come pochi, non mi sono rincoglionito di colpo".
Ha provato a fermarsi un istante, prima di lasciarsi andare?
"No, perché allora sarei falso. Io so sempre quello che dico, questo lo voglio chiarire molto bene: poi, certo, a volte in diretta non sempre penso a quello che dico, lo dico e basta. Ma il valore del sottoscritto, il valore tecnico e umano intendo, non cambia".
Crede sia più un problema di sostanza o di forma?
"La mia sostanza, scusate, è fuori discussione. Della forma si può parlare, come di quasi tutto. Io esprimo opinioni, lo faccio da una vita e non mi sono mai nascosto. Come dice quel tale: le opinioni sono come le palle e ognuno ha le sue".
Però la Rai, mister, è qualcosa di molto istituzionale.
"Io non ho legami speciali con nessuno, se non mi vogliono me ne vado. Magari dipende da qualche gelosia. Non vorrei che ci fosse sotto anche qualcosa di politico, in questo Paese tutto è possibile ".
A parte le scivolate, le viene rimproverato anche quell'intercalare continuo e pieno di "sì, sì, dài, dài, bravo".
"Ma forse non hanno capito che Giovanni Trapattoni è rimasto in panchina e da lì non si muove. Giovanni Trapattoni è ancora allenatore. Mi viene spontaneo spingere i giocatori con la voce, è più forte di me: al microfono dico le stesse cose che dicevo a bordo campo. Sono trasparente e immediato. E non sono un giornalista, non sono un telecronista. Sono il Trap. Prendere o lasciare".
Lei lascerà?
"Se non mi obbligano, manco morto".
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