
Tre fratelli tutti nel giro del calcio che conta. Sebastiano, Salvatore e Pio Esposito sono pronti per scrivere pagine importanti, dopo aver già fatto vedere di che pasta sono fatti.
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Tre fratelli tutti nel giro del calcio che conta. Sebastiano, Salvatore e Pio Esposito sono pronti per scrivere pagine importanti, dopo aver già fatto vedere di che pasta sono fatti.
Come racconta La Gazzetta dello Sport, Salvatore ha già assaggiato la Nazionale e con lo Spezia vuole dimostrare di meritarsi la Serie A. Sebastiano ha battuto ogni record di precocità e scaldato Bari alla velocità di un micronde. Francesco Pio con una stagione di anticipo si è preso la Primavera dell’Inter. I tre fratelli Esposito sono un unicum in questo millennio, la dimostrazione che il calcio italiano sa regalare talenti da maneggiare sì con cura, ma senza avere paura di osare. Agostin Esposito, padre dei tre ragazzi, spiega: «Sono orgoglioso dei miei figli per ciò che sono e mi renderanno sempre orgoglioso se saranno professionisti seri, persone esemplari, e se manterranno sempre gli stessi valori».
Prendete Seba, classe 2002, il fratello di mezzo (l’unica femmina è Annamaria, oltre a mamma Flavia) che nel 2018-19 all’Inter ha iniziato con l’Under 17 (16 gol in 14 partite), è stato promosso in Primavera (5 centri in 12 presenze), ha esordito a 16 anni e 255 giorni in Europa League e a 17 e spicci ha assaggiato anche la Champions, costringendo un campione del Mondo come Hummels (allora al Dortmund) ad abbatterlo in area per un rigore poi fallito da Lautaro. «In quell’azione ha mostrato fame e potenza - disse papà Agostino -. La prima palla toccata in Champions è stata uno stop con elastico...». Se poi ci metti anche il rigore contro il Genoa - omaggio del fratellone Lukaku -, mantenere il senso della realtà è pura utopia. E quando l’Inter lo manda in prestito per giocare con continuità, Seba fatica a trovare la giusta dimensione. Qualche lampo e tanta panchina anche tra Spal, Venezia, Basilea e infine Anderlecht. In gennaio vola a Bari e segna subito due reti delle sue, contro Spal e Cosenza. Presto per dire se siamo alla vera svolta della carriera, ma la classe è tutta lì da vedere.
Salvatore non molla Con i piedi ci sa fare anche Salvatore, classe 2000 e unico dei fratelli a non giocare in attacco. Centrocampista completo, lui però ha una determinazione feroce, quella che quando era nella Berretti nerazzurra lo portò a chiedere la cessione per giocare con i grandi. Dopo tanta gavetta tra Ravenna, Chievo e Spal, a gennaio Salvatore - centrocampista di sostanza, dotato di un gran tiro da fuori - viene acquistato dallo Spezia per 3,5 milioni più bonus, con percentuale sulla rivendita all’Inter. I primi passi in A non sono facili, vedi anche il rosso (assai severo) preso a Empoli sabato scorso, con la sua squadra in vantaggio di due reti. Ma se c’è uno che ogni volta sa rialzarsi sempre più determinato dalla polvere, quello è Salvatore. Che non si è scomposto nemmeno quando, nel giugno scorso, ha esordito con Mancini in un Inghilterra-Italia valido per la Nations League. «I miei figli sanno che nel calcio nessuno regala nulla - sempre Agostino, dopo l’ennesima emozione -, e che solo con il duro lavoro si possono raggiungere i traguardi. Questa maglia azzurra lo conferma».
"Pio, mix letale Poi c’è Pio, l’ex pulcino che a 14 anni faticava a stare in campo ma ora che ha toccato i 190 centimetri in area annusa la porta come pochi. Tre giorni fa ha piazzato una tripletta nel 3-2 al Cagliari in Coppa Italia. Il gol decisivo? Controllo spalle alla porta fuori area, tocco in avanti per girarsi, rimbalzo e botta sotto alla traversa con il destro in tempo zero, di collo esterno. Con la Primavera di Chivu ha segnato 6 reti nelle ultime 5 uscite. Chi lo conosce bene dice che è un mix letale tra il talento puro di Seba e la personalità esondante di Salvatore. Ora sta al club e allo stesso Pio ignorare chi lo paragona al primo Lewandowski e seguire il percorso giusto. La prossima stagione potrebbe continuare a fare sfracelli tra i giovani, ma anche assaggiare un po’ di prima squadra. La certezza? Gli Esposito sono davvero speciali. E l’Inter, che li ha portati in nerazzurro nel 2014 e ha appena ripetuto il triplo colpo con gli argentini Carboni, da Salvatore ha preso una percentuale sulla rivendita, mentre per i più giovani il futuro è da scrivere. A suon di gol", chiude Gazzetta.
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