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Dopo aver licenziato Stefano Pioli, l’Inter ha annunciato che quel dolorosissimo esonero avrebbe fatto da spartiacque tra questa disgraziata stagione e la prossima. Così ieri, nella prima riunione operativa tra Steven Zhang e Piero Ausilio alla presenza di Walter Sabatini in qualità di coordinatore di Suning Sports, la società ha deciso di puntare su Luciano Spalletti per la ricostruzione. L’allenatore della Roma, dopo aver completato la missione di traghettare i giallorossi al 2° posto (basta una vittoria sul Genoa: una formalità pure per i bookmaker), si legherà all’Inter con un contratto triennale a 4 milioni più bonus. Il tutto a meno che - ma l’ipotesi dall’Inter è giudicata alquanto remota - Antonio Conte non dovesse nel frattempo andare allo scontro col Chelsea. Se però si è scelto di agire a carte scoperte sulla questione allenatore è anche per dare forza alla figura di Spalletti e scongiurare il rischio che mediaticamente possa essere considerato una seconda scelta. Domenica, dopo aver pensionato il Vicente Calderón, Diego Simeone aveva annunciato la volontà di rimanere all’Atletico Madrid, il rischio che l’Inter non ha voluto correre è che accadesse altrettanto dopo la finale di FA Cup con Conte: spalancare il portone a Spalletti solo dopo la presa di posizione dell’ex ct, avrebbe fatto partire con il piede sbagliato un progetto a cui Suning crede molto. Perché il tecnico ha dimostrato di sapersi districare in situazioni difficili (come prova quanto fatto il campionato scorso raccogliendo l’eredità di Garcia, impresa che non è riuscita a Pioli) e perché l’obiettivo da centrare sarà in primis quello di riacciuffare la zona Champions e Spalletti ha dimostrato come le sue squadre nel campionato italiano mantengano sempre continuità di rendimento ad alto livello. In più andavano date risposte ai molti tifosi che contestavano l’immobilismo societario.
(Tuttosport)
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