- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
ultimora
Lo sgarbo della Juventus di inserirsi con prepotenza nella trattativa che porta a Romelu Lukaku riaccende gli animi fra i Bianconeri e l'Inter, già protagoniste e rivali sul mercato.
Su Tuttosport Luca Beatrice, con un editoriale, analizza la rivalità attuale, asserendo di fare uno sforzo a non pensare a quello che è successo ormai tredici anni fa con Calciopoli.
"È già Juventus-Inter? Dai primi calci estivi si direbbe proprio di sì. Il che non sarebbe certo una novità: se lo hanno chiamato Derby d’Italia un motivo ci sarà pure. Tralasciamo per un momento (ci riusciremo?) la storia dal 2006 in poi, evitiamo (ci proviamo) ogni commento su ciò che è stato e ciò che invece avrebbe dovuto essere".
Secondo Beatrice i Nerazzurri hanno già cambiato faccia, e il merito è principalmente di Conte:
"Così, a naso, l’Inter sembra la rivale più accreditata della Juve e non soltanto perché tradizionalmente in agosto sono sempre i più forti e si perdono in proclami. Quest’anno i nerazzurri aggiungono valore con un allenatore preparato, bravo, concentratissimo, chiamato a indottrinare un gruppo non proprio facile da gestire. Già nelle prime partite si sono visti pressing, aggressività, corsa, eppure gli uomini sono più o meno quelli di Spalletti. Questione di mentalità..."
La Juventus invece è un grande cantiere in costruzione e una squadra da completare:
"Torino, invece, una squadra sempre più forte con una rosa di gran valore, è chiamata a imparare il verbo di Maurizio Sarri tanto quanto il tecnico dovrà essere in grado di calarsi nella storia juventina. In che cosa si differenzierà il gioco rispetto a quello delle scorse stagioni ancora non è chiaro; di sicuro niente difesa a 3 (troppi centrali in rosa), a centrocampo manca ancora qualcosa, in attacco da capire chi sarà il primo partner di Cristiano".
Al momento il clima non è pienamente sereno in entrambe le squadre che continuano a lavorare in maniera opposta:
"Sia di qua che di la ci sono gli scontenti, ma se Paratici sta lavorando in silenzio cercando di vendere bene al miglior offerente, a Marotta (e al suo tecnico) non importa nulla del deprezzamento di alcuni “sopportati”, basta che se ne vadano, non importa a quanto. Ognuno ha la sua strategia, insomma".
Infine, per Beatrice, un passaggio da tifoso che non ha dimenticato Calciopoli, nonostante il proclama a inizio editoriale:
"Poi saranno le prime giornate di campionato a chiarire meglio, eppure gli indizi lasciano supporre una lunga sfida Juve Inter. Noi tifosi dobbiamo però metterci in testa alcune cose: l’Inter di oggi, a livello di proprietà, dirigenza, squadra, non ha nulla a che fare con quella di Calciopoli, dunque rivangare ancora il passato comincia a essere ozioso. Nel calcio non esistono ex, bandiere, simboli, ma solo professionisti di successo. Poi ognuno faccia come vuole, per il momento a Sarri non pare necessario proporsi capopopolo e dovrà convincere gli scettici con il lavoro. In quanto a Conte (massì lo nomino) si è già calato nella sua nuova realtà esibendo con fierezza una sciarpa della Curva Nord. Il ragazzo è tenero, ha bisogno di farsi volere bene fin da subito".
© RIPRODUZIONE RISERVATA