- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
ultimora
Secondo TuttoSportcome Dottor Jekyll e Mister Hyde, l’ Inter in un’ora segna tre gol, centra tre pali e conferma quanto tutti - già dopo la vittoria di Roma alla seconda giornata - sospettano, ovvero che questa squadra possa lottare per lo scudetto anche grazie al bonus dato dall’assenza di impegni nelle coppe europee. Poi - nonostante San Sirosia vestito a festa (standing ovation addirittura per Nagatomo) arriva il black-out, impensabile e inconcepibile, nato dalla dormita di Handanovic sull’innocuo tiro di Kownacki. L’ Inter stacca la spina e va in rottura prolungata, non azzecca più una ripartenza (sciagurato l’approccio di Joao Mario) e becca il 3-2 da Quagliarella: le gambe si sciolgono, le idee si paralizzano e il 3-3 non si concretizza soltanto perché la Samp non ha abbastanza tempo per stringere d’assedio i nerazzurri. Un finale thriller chiuso con Spalletti a esultare sotto la Curva Nord dopo aver chiuso con un bell’abbraccio una potenziale polemica con il vice di Giampaolo, trasformatosi in ultrà nel forcing finale della Samp.
Esultanza giustificata quella dell’allenatore, visto che l’Inter l’ha scampata e - in attesa del Napoli - è prima in classifica. Però, quanto accaduto, deve quanto meno essere oggetto di attenta analisi, come sottolineato da Mauro Icardi al fischio finale: «Non possiamo prendere due gol così in una partita che era chiusa - l’ira del capitano, autore di una doppietta -. Dobbiamo gestire meglio queste situazioni perché così non va bene. Non si può rischiare di non vincere una gara che abbiamo dominato. I margini di crescita li abbiamo, sappiamo cosa possiamo fare, la squadra è forte, lo staff eccezionale e siamo orgogliosi di quello che stiamo facendo, però sappiamo che possiamo fare anche di più. Oggi, ripeto, dovevamo chiuderla nel primo tempo, abbiamo creato, segnato, e quasi rovinato tutto alla fine». Alla fine ciò che conta sono i punti e l’Inter ne ha sommati 26 dopo 10 giornate: era dal 1997/98, la prima -indimenticabile - stagione di Ronaldo, che non accadeva. Quell’anno Gigi Simoni arrivò secondo in campionato alle spalle della Juventus e oggi Spalletti firmerebbe per ripetere quel risultato.
Ieri l’allenatore per la terza gara consecutiva ha schierato la stessa formazione, confermando una certa idiosincrasia ai cambiamenti, considerato che sin qui i titolari sono stati appena 14: scelta intelligente, dato che il primo obiettivo era ricostruire un’idea di squadra dopo che l’ultima stagione aveva lasciato soltanto macerie. C’è riuscito Spalletti, e ora dovrà essere bravo a gestire le vertigini da alta classifica per un gruppo che non è abituato a volare così in alto. Di tutt’altro umore Giampaolo: «L’Inter ha fatto il miglior primo tempo degli ultimi cinque anni... Una volta subito il gol abbiamo fatto grandi errori nelle transizioni permettendo loro di ripartire sempre. Nel secondo tempo l’Inter è calata, noi abbiamo alzato l’intensità e per poco non l'abbiamo pareggiata. L’abbraccio di Spalletti a Francesco Conti? Se ci fossero stati altri cinque minuti, per loro sarebbe stata dura e lui ha avuto paura di non vincerla, la partita».
(Fonte: Stefano Pasquino, TuttoSport 25/10/17)
© RIPRODUZIONE RISERVATA