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TS – Mancini, è cambiata l’aria: con Suning visioni diverse, lui ridimensionato. Il contratto…

Dario Di Noi

Arriva da Tuttosport un'analisi approfondita sul ruolo di Mancini. Secondo il noto quotidiano torinese, è cambiata l'aria intorno al tecnico. Ecco le ragioni

La figura di Roberto Mancini, nel suo rapporto professionale e sentimentale con l’Inter, è finita al centro delle attenzioni di Tuttosport. Il quotidiano torinese, quest’oggi, ha proposto un approfondimento legato alla situazione contrattuale (e non solo) del tecnico jesino, in scadenza a giugno 2017. Intorno a lui, scrive Tuttosport, è cambiata l’aria. Il credito iniziale di ambiente e tifosi non si è esaurito ma, di certo, si è ridimensionato, per via dei risultati negativi della seconda parte di stagione.

Contro l’allenatore nerazzurro sembrerebbero andare alcune evidenze: innanzitutto, gli Europei hanno sottolineato alcuni errori di valutazione commessi nel corso della stagione, su tutti l’aver schierato fuori ruolo - per 2/3 di stagione - il devastante Perisic visto con la Croazia. Pure Eder, grazie alla cura Conte, è apparso un giocatore completante diverso rispetto a quello allenato da Mancini. Nelle analisi di fine stagione - scrive TS - ci si poteva aspettare un rendimento più soddisfacente con l’organico a disposizione.

Un’altra evidenza sottolineata da Tuttosport riguarda il ruolo di Mancini. Si viaggia verso "il ridimensionamento del potere quasi "all'inglese" di Mancini come manager sul mercato: quando era arrivato all'Inter, il tecnico aveva imposto le scelte e chiamato personalmente molti giocatori per convincerli a scegliere il club nerazzurro (emblematici gli esempi di Podolski e Shaqiri, entrambi poi frettolosamente rottamati), stavolta le gerarchie sono state rispettate ed è toccato a Zanetti (con Banega, Ansaldi e Garay), Ausilio e Gardini a tirare le fila del mercato, il tutto - ovviamente - dopo che è stato preventivamente incontrato l'allenatore per tracciare le linee guida della campagna acquisti. Oggi quello nerazzurro è un progetto tecnico condiviso, mentre nei dodici mesi tra il gennaio 2015 e il gennaio 2016 centro di gravità di quanto accadeva ad Appiano era il Mancini pensiero che ha portato a un tourbillon tra acquisti ed epurazioni, ben tredici (Guarin, Ranocchia, Shaqiri, Podolski, Vidic, Kovacic, Osvaldo, M'Vila, Jonathan, Obi, Campagnaro, Kuzmanovic e Montoya)".

Ultimo fattore da non tralasciare riguarda la telenovela Tourè. Tuttosport parla di critiche all’interno del club nei confronti delle scelte, spesso ondivaghe, dell’allenatore. Un punto di svolta lo ha rappresentato poi l’ingresso di Suning, che nei primi incontri con Mancini, oltre a evitare di toccare l'argomento rinnovo, ha enunciato i principi programmatici che regoleranno l'Inter che verrà pure sul mercato, dove i sacrifici economici verranno fatti soltanto per giocatori di prospettiva: così si spiegano i 25 milioni messi sul piatto per Berardi, la missione in Brasile per Gabriel Jesus e l'attivismo del settore giovanile.

Ciò significa che, contestualmente, è stata congelata fino a nuovo ordine la pista che porta a Yaya Tourè ed è stata messa in stand-by la trattativa Candreva, diventato un piano B del club. "Mancini - conclude Tuttosport - voleva fare di Touré icona della sua Inter e chiedeva solo giocatori pronti, ma dovrà farsene una ragione. Anche perché, a differenza sua, l'Inter deve costruire un ciclo e non pensare soltanto a fare all-in nella stagione che verrà. Anche perché (non è un segreto) che Mancini sogni di salutare tutti vincendo lo scudetto".  

(Tuttosport)