"Il problema delle parole è che una volta uscite dalla bocca non si può più farle rientrare. Tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo desiderato di poter tornare indietro nel tempo per evitare di dire certe cose. E chissà se oggi, alla luce della splendida partita giocata ieri sera dalla Juventus, qualcuno stia provando quello strano fastidio che ti turba quando ti rendi conto di aver detto qualcosa che forse era meglio non dire, quella irritante sensazione che ti sfrega l'anima e che produce lo stesso insopportabile rumore del ràschio delle unghia su una lavagna? Chissà se questo qualcuno stia pensando: «Ma chi me l'ha fatto fare, perché non stavo zitto»?" Inizia così l'articolo che Tuttosport indirizza a due personaggi del calcio, rei di non avere creduto nelle qualità dei bianconeri in Europa (e a vedere il risultato di ieri, forse, non avevano nemmeno troppo torto).
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TS scatenato: “E ora Sacchi e Bergomi chiedete scusa alla Juventus!”
“Il problema delle parole è che una volta uscite dalla bocca non si può più farle rientrare. Tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo desiderato di poter tornare indietro nel tempo per evitare di dire certe cose. E chissà se oggi,...
Si tratta di Arrigo Sacchi (che aveva dichiarato: "anche il Rosenborg vince sempre lo scudetto in Norvegia. Ma cosa conta è la Champions League e in Europa la Juventus fatica") e di Beppe Bergomi (che aveva invece dichiarato che ""nella partita d'andata, per un'ora, gli juventini, in confronto alla qualità dei tedeschi, hanno fatto la figura del pericolante Frosinone"). Ad entrambi Tuttosport richiede delle scuse formali. Con le seguenti formule:
"Caro signor Sacchi, la Juventus ieri sera non ha vinto, ma il Rosenborg per 70' è sembrato il Bayern Monaco. I bianconeri si sono presentati all'Allianz Arena con il piglio della grande squadra, con defezioni importanti che ne avevano certamente condizionato la formazione, ma non la convinzione di poter vincere e mettere sotto uno squadrone come quello guidato daGuardiola. Poi alla fine, piaccia o non piaccia al grande Sacchi, ciò che conta è vincere, e la squadra di Allegri ha perso. Di conseguenza diventa un gioco perverso anche quello di ripetersi: «Si però, se quel guardalinee non avesse annullato il gol regolare di Morata, se Kimmich si fosse visto alzare un sacrosanto cartellino rosso per quella gomitata rifilata all'attaccante spagnolo, se, se, se ...", e si potrebbe continuare all'infinito."
E a Beppe Bergomi Tuttosport chiede invece di "far notare che per una sera la vittima sacrificale non è sembrata la Juventus sarebbe un buon modo per lasciare che quell'insopportabile fischio inizi ad affievolirsi. Caro Bergomi, lei che è un grande esperto di calcio, magari oggi con la stessa chiarezza saprà elogiare i meriti di una squadra capace di far diventare piccola piccola una corazzata che per 70' è sembrata una vittima indifesa, o forse non proprio così indifesa, vista la presenza sul campo di quegli uomini con maglie gialle, fischietto e bandierine".
(Tuttosport)
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