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TS – Suning vuole un’Inter sana nei bilanci che rispetti le regole. A giugno…

Riccardo Fusato

Prima della partita con la Roma, Luciano Spalletti ha spiegato con lucida puntualità il motivo per cui non sono arrivati i “top player”

"Fossimo stati più ordinati all’inizio del mercato avremmo evitato di perdere tempo a inseguire profili che poi non si sono portati a casa.Nel calcio, del resto, capita di modificare percorso. E non dipende certo dai nostri direttori se inizialmente si pensava di arrivare a dei giocatori che poi non è stato possibile raggiungere a causa di paletti, regole che noi qui all’Inter vogliamo rispettare". Prima della partita con la Roma, Luciano Spalletti ha spiegato con lucida puntualità il motivo per cui non sono arrivati i “top player” che i tifosi nerazzurri aspettavano (su tutti Nainggolan e Di Maria). Suning vuole rispettare alla lettera i patti presi a suo tempo con la Uefa da Erick Thohir in materia di fair play finanziario. Anche perché, come rivelato da Alessandro Antonello dopo il suo insediamento come Ceo, il piano guarda molto più in là rispetto agli accordi di Nyon: «Con il gruppo Suning abbiamo un progetto a medio termine. Vogliamo una crescita organica, la proprietà nel breve continuerà a supportarci, ma nel giro di 3-4 anni il club dovrà essere capace di generare le risorse per auto finanziarsi». Proprio così: chi avrebbe mai immaginato che l’Inter - ai tempi di Moratti famosa (anche) per i bilanci in profondo rosso - sarebbe diventata un club che ha come stella polare la necessità di avere i bilanci in ordine. Il New Deal imposto da Nanchino è un nuovo inizio per la società: certo, i risultati sportivi dovranno sostenere il piano (impensabile che l’Inter riesca a mandarlo a compimento senza i soldi della Champions) però, così facendo, Suning ha tracciato un taglio netto col passato. In tal senso, va posto a paradigma quanto fatto dal club nel mese di giugno. La strada più facile per rientrare nei parametri del fair play Uefa sarebbe stata vendere un big (ovvero Perisic al Manchester United), invece l’Inter ha scelto di puntare sulle plusvalenze. Ausilio ha quindi piazzato Banega al Siviglia per 9 milioni e Caprari alla Sampdoria per 15 nell’affare Skriniar. Poi ha completato l’opera sfruttando i “canterani”. Così quota trenta è stata raggiunta con Di Marco al Sion (4 milioni), Miangue al Cagliari (3,5), Gravillon al Benevento ed Eguelfi all’Atalanta per altri 3 complessivi. A dimostrazione come un buon direttore sportivo possa generare affari anche da giocatori che rischiavano di cadere nel dimenticatoio.

(Tuttosport)