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Per passare dal tipo di calcio praticato da Sarri a quello del croato ci vorrà "un po' di adattamento e di tempo. Tocca a me trasmettere al più presto le idee che ho in testa, ma ci riusciremo in fretta. Questo è un gruppo sano, di gente che lavora e si applica". Nella Capitale, Tudor ritrova due giocatori che conosce bene: il primo è Casale, dai tempi del Verona ("è un ragazzo d'oro, un giocatore forte che sarà sicuramente utile"), il secondo è Guendouzi, avuto a Marsiglia ("un vincente, con una mentalità pazzesca che serve in piazze esigenti").
La Lazio del futuro lavorerà bene sull'attacco senza rinunciare alla fase difensiva: "Io non rinuncio a niente come allenatore - promette Tudor - Nella mia squadra voglio vedere tutto: fase offensiva, difensiva, transizioni, grinta, corsa, qualità di gioco, possesso, corsa nello spazio". Il calcio moderno chiede di attaccare con tanti uomini e di non essere noiosi, e lui proverà a fare tutto questo: "Sono uno che non si accontenta mai. C'è sempre da spingere e da migliorare".
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