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Turrini: “Ci vuole buon senso. Era un caso clinico chi chiedeva la testa di Conte”

L'analisi del giornalista: "D'accordo, d'accordo: è il calcio bellezza. Ma non guasterebbe un filo di buon senso, in questa gabbia di matti che chiamiamo serie A"

Marco Astori

Tra le pagine dell'edizione odierna de Il Giorno, Leo Turrini, giornalista, ha voluto rispondere così a tutti coloro che chiedono l'esonero di un allenatore dopo il minimo risultato negativo: "Non c'è bisogno di preparare i fazzoletti per il destino di Andrea Pirlo (via, prima o poi la Juve deve pur perderlo!) o per i tormenti recentissimi del mio amico Stefano Pioli. Un esonero non manda in rovina nessuno, ci mancherebbe. Semmai, sarebbe il caso di recuperare, tutti, un minimo di equilibrio nei giudizi. Sorvolo sugli autorevoli buontemponi che pretesero la testa di Allegri (colpevole di averne vinti cinque di fila, di scudetti). E anche sulla competenza di chi esortava i cinesi a liberarsi di Conte dopo la prematura uscita dalla Champions. Erano, scherzosamente parlando, casi clinici.

Ma come la mettiamo, per dire, con Ringhio Gattuso? Abbandonato dai vertici napoletani già mesi fa, adesso sta a due punti dall'Atalanta dei miracoli. E non era un babbeo, questo Gattuso? Che ci fa così in alto? Davvero qualcuno se la sentirebbe di affermare che l'organico del Napoli vale quello della Dea? Ce ne sarebbe anche per dottor Jekyll e Mister Hyde, al secolo Pioli Stefano. Beatificato per mesi, come simbolo di una molto attesa rinascita milanista. Adesso che il posto Champions è a rischio, l'uomo viene rosolato sulla graticola del Diavolo. Ma quanti a settembre avrebbero scommesso sui rossoneri tra le prime quattro? D'accordo, d'accordo: è il calcio bellezza. Ma non guasterebbe un filo di buon senso, in questa gabbia di matti che chiamiamo serie A".

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