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Tuttosport: “Clima da psicodramma quando l’Inter non vince. Inzaghi non è Guardiola ma…”

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"Secondo il pensiero unico nerazzurro con Antonio Conte in questi anni si sarebbe fatta una bella scorpacciata di scudetti"
Matteo Pifferi Redattore 

"Simone Inzaghi ha sette punti in più rispetto allo scorso anno (19 contro 12), nonostante l’Inter, nelle prime otto giornate di campionato, abbia affrontato 5 squadre tra le prime 10 in classifica, contro le 2 del Milan. A corredo ha vinto lo scontro diretto 5-1 e, in Champions - perché pure quella pesa - è ancora imbattuto (l’anno passato era arrivato per i nerazzurri subito il ko a San Siro con il Bayern). Nonostante tutti i “parametri vitali” diano segnali di buona salute, ogni qual volta l’Inter non vince una partita, intorno alla squadra si alza un clima da psicodramma, quasi che vincere lo scudetto della stella sia un obbligo, non un obiettivo". Apre così l'articolo di Tuttosport in merito alla situazione in casa Inter, dopo il 2-2 subito in rimonta in casa contro il Bologna.

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"In questo contesto, nel tritacarne finisce sempre l’allenatore che, a seconda delle occasioni, sbaglia perché schiera tutti i titolari oppure perché fa turnover e sbaglia pure perché - come accaduto nel secondo tempo con il Bologna - non mette il tridente per provare a segnare il terzo gol (anche a rischio di consegnare il centrocampo agli avversari, che non aspettavano altro). Secondo il pensiero unico nerazzurro - sempre lì si va a parare - con Antonio Conte in questi anni si sarebbe fatta una bella scorpacciata di scudetti. Peccato che l’ex ct, una volta venuto a conoscenza dei piani di Suning in merito all’autofinanziamento, sia scappato a gambe levate, lasciando Marotta e Ausilio con il cerino in mano. Inzaghi sa bene che l’obiettivo stagionale è il campionato e per questo nelle due partite “trappola” con Sassuolo e Bologna ha messo in campo tutti i titolarissimi", sottolinea Tuttosport.


La rosa è competitiva ma non straordinaria tanto da cannibalizzare il campionato e gli infortuni hanno ridotto le scelte di Inzaghi. "Dietro alla “Thula”, c’è poco e, in assenza pure di Cuadrado (acquistato su indicazione di Inzaghi perché mancava “un apriscatole” da giocarsi in determinati tipi di partite), le scelte si sono ridotte all’alternanza degli esterni e all’ingresso - quando è stato bene - di Frattesi. Inzaghi non è Guardiola, ma un allenatore con un gioco molto codificato che ha dato ottimi risultati nelle gare da dentro o fuori e pure nei big match. Per le grandi corse a tappe si sta attrezzando. E quest’anno sta viaggiando a un ritmo da scudetto", chiosa Tuttosport.

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