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Il Milan ha preparato la memoria difensiva per il Tas, nel disperato tentativo di recuperare quell'Europa League da cui la Uefa lo ha espulso per le violazioni del fair play finanziario. Il dossier tira nuovamente in ballo l'Inter, come spiega oggi la Gazzetta dello Sport:
La memoria è consistente e dettagliata ma comunque sintetizzabile in quattro punti fondamentali. +
Uno: Elliott ha garantito la continuità aziendale che tanto preoccupava l’Uefa. Il fondo ha di nuovo messo per iscritto la propria volontà di tenere il club, con cui avviare un percorso all’indietro: l’obiettivo è tornare ai fasti che furono.
Due: se Camera investigativa e giudicante avevano sottolineato con la matita rossa il debito del Milan, stavolta non troverebbero errori. Una volta che Singer è diventato padrone della società, il debito si è di fatto azzerato: la società è dunque tornata a essere sana. E se prima aveva esigenze di rifinanziamento da completare entro ottobre, oggi non ci sono più scadenze da rispettare.
Tre: la documentazione sottolineerà a sua volta la disparità di trattamento. Quali sono i termini di paragone? Psg, City e Inter. Il Milan non ha mai nascosto il proprio debito da 120 milioni, come di dominio pubblico sono le notizie riguardo il saldo negativo degli altri club citati, in due casi su tre simili a quello rossonero e nell’ultimo addirittura peggiore. E nessuno degli esempi era finito fuori dall’Europa.
Quattro: l’incertezza su Li Yonghong è stata sostituita dall’amplia bibliografia su Elliott, noto e soprattutto credibile. Per queste ragioni, e perché il Tas è un organo imparziale e non interno all’Uefa, filtra «moderato ottimismo». L’umore potrà essere misurato nella stessa giornata: dopo l’udienza della mattina, nel pomeriggio verrà letto il dispositivo contenente la sentenza.
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