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Ufarte: “Che squadrone l’Inter, è come Real e Barça ma la Sociedad può farcela”

Inter Milan
"Ho visto cosa è successo nel derby contro il Milan. Hanno vinto con una goleada il classico. Sono un equipazo!"
Matteo Pifferi Redattore 

Roberto Lopez Ufarte, uno dei giocatori più iconici della storia recente della Real Sociedad, ha parlato a Tuttosport della sfida contro l'Inter:

«A priori direi che la squadra favorita è l’Inter, però la Real Sociedad in casa gioca molto bene e può sconfiggere qualsiasi avversario, tanto che sta facendo innamorare il pubblico col suo stile in campo. Qualora il centrocampo riuscisse ad imporsi, potrebbe arrivare la vittoria. L’importante è che i calciatori non si spaventino, ma non penso succederà. Certo, si deve anche ammettere che l’Inter è un top club, all’altezza di Real Madrid e Barcellona. E i suoi calciatori possono segnare dal nulla in qualsiasi momento della partita».


Quali calciatori della Real Sociedad potrebbero essere decisivi?

«Kubo potrebbe fare male all’Inter. Ma non è il solo. Ora è in forma splendida ed è l'elemento più disequilibrante della squadra. Ma anche altri compagni di squadra possono fare bene. Oggi nella Real ci sono calciatori internazionali, vedi Merino, che hanno alzato il livello. Forse ci manca un bomber, però sono convinto che in questo momento la Real Sociedad possa competere con qualsiasi squadra del mondo, anche con l’Inter, che è fortissima».

Apprezza molto i nerazzurri.

«Ho visto cosa è successo nel derby contro il Milan. Hanno vinto con una goleada il classico. Sono un equipazo! Però attenzione, come le ho già detto la Real Sociedad può giocarsela contro qualsiasi squadra. E Kubo e Barrenetxea, che sono veloci e tecnici, possono far male alla difesa dell’Inter».

Chi passa agli ottavi di finale?

«Diciamo entrambe le squadre. La Real Sociedad vince all’Anoeta, mentre l’Inter ha la meglio nella gara di ritorno. Tre punti nel proprio campo e tutti felici (sorride, ndr)».

Cosa ricorda invece delle sue gare contro l’Inter della stagione 1979-80?

«La gente di San Sebastian non dimenticherà mai il ritorno. Ancora oggi, le assicuro, tutti hanno bene impresso nella testa il match dell’Atocha (l’ex impianto dove giocava la Real Sociedad, ndr). All’andata avevamo perso 3-0, in casa ci imponemmo per 2-0. E quindi andammo vicini all’impresa. A San Siro non giocammo male, anzi. Pensi che ho la registrazione del secondo tempo di quella gara. E quando la mostro, mi dicono: “Caspita, era davvero difficile battervi”. Però l’Inter ci riuscì. E pure per 3-0, quindi zero scuse. In casa nostra però, quando era vita o morte, facemmo tutto il possibile per ribaltare l’eliminatoria. I nostri tifosi furono davvero il dodicesimo uomo in campo. Il pubblico ci spinse a battere i nerazzurri, peccato per l’eliminazione e per una decisione dell’arbitro».

Quale?

«Il direttore di gara arbitrò normalmente, né bene, né male. Però dopo pochi minuti non fischiò un netto rigore per noi. Lo ricordo perfettamente perché fui io a subire un chiaro fallo. Entrai in area, puntai l’avversario e venni steso. Avessimo segnato fin da subito, chissà. In ogni caso quella partita fu fantastica».

Chi l’ha impressionò maggiormente di quell’Inter?

«Pasinato. Controllò molto bene Zamora, una delle stelle della nostra squadra. Ma che bravo pure Beccalossi! I nerazzurri erano davvero forti. Fu una partita molta aggressiva, da ambo i lati. Nessuno tirò indietro la gamba. Ci furono molti cartellini gialli e sconfiggemmo con merito i nostri avversari».

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