Gli 'ultras' della Juventus hanno comunicato in una nota la loro posizione dopo la sentenza sul caso plusvalenze. "In questi ultimi anni - si legge in una nota congiunta scritta da Drughi, Viking e N.A.B. - la gran parte di quella che oggi fatichiamo a definire "la nostra gente", ha avallato l'operato di una dirigenza che aveva come unico scopo quello di ridurre la Storia sportiva di una Società leggendaria ad una mera operazione economica". "La verità è che i 15 punti di penalizzazione, stare fuori dall'Europa e tutto quello che succederà ancora, sono solo la punta di un iceberg rispetto alla reale condanna e da oggi sarà molto difficile che un bambino si innamori di quella Maglia, perché costretto a sorbirsi una serie di insulti da tutti senza avere possibilità di difendersi. Tra 10 anni avremo pochissimi adolescenti che tiferanno per la Juventus e sembra incredibile che non ci abbiano pensato quegli strateghi del marketing, gli stessi che pensano al ricorso e puntano sul fatto che altri siano stati assolti".
ultimora
Ultras Juve contro il club: “Peggio del 2006, oggi paghiamo per luridi esseri della dirigenza”
LEGGI ANCHE
La nota prosegue con toni molto amareggiati: "Questa volta è peggio del 2006. In quel caso eravamo veramente incolpevoli e quanto accaduto è stato figlio di una entità che aveva la necessità di interrompere un dominio sportivo che stava diventando imbarazzante per tutti. Oggi no, oggi paghiamo perché questi luridi esseri della dirigenza hanno trattato la nostra Maglia come un oggetto senza anima. Ma una cosa resta intatta, la placida riverenza delle nuove dirigenze, di allora come di oggi, che per ritagliarsi il loro spazio e guadagnare il più possibile accettavano la serie B, allo stesso modo in cui oggi sono pronti a far crollare le azioni, per agevolare l'uscita dalla borsa e vendere più facilmente la nostra Juve a qualche altro faccendiere". Il monito è per il futuro: "Arriveranno tempi ben più difficili di oggi e gli abbacchi di oggi non sono gli Agnelli di ieri. La speranza è che la Juventus torni ad avere al fianco quelli ai quali è stato negato l'onore di farlo. Non importa entrare nel merito della sentenza, perché non importa sapere dove giocheremo e contro chi: che sia il Bernabeu o il Moccagatta, l'Amore non cambia. Fieri di non aver mai mollato nonostante seguire la Juve fosse diventato sempre più difficile".
© RIPRODUZIONE RISERVATA