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Inchiesta ultras, Spalletti punge Inzaghi e l’Inter non gradisce: la reazione del club

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Le parole del ct Luciano Spalletti fanno discutere in casa Inter: ecco la reazione del club e quella di Simone Inzaghi
Alessandro Cosattini Redattore 
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Le parole del ct Luciano Spalletti fanno discutere in casa Inter. In Viale della Liberazione, sono rimasti tutti stupiti per le dichiarazioni del commissario tecnico della Nazionale sull'inchiesta ultras. Non è passata inosservata la frecciatina a Simone Inzaghi: "Sorpresa, come una cosa inattesa che ti spiazza, come un pizzicotto che non ti aspettavi. Tra tutte le sfumature dell’animo umano, qui probabilmente vince lo stupore. Lo ha provato la società Inter nell’ascoltare le parole pronunciate ieri dal ct Luciano Spalletti, chiamato a pronunciarsi in tv sul caso degli ultras di San Siro e sulle loro pressioni varie ai club milanesi.

«Io rispondo a tutti, ma so riattaccare il telefono...», ha detto a poche ore da Italia-Belgio, riferendosi alla necessità in certi casi di troncare sul nascere contatti pericolosi con certi pezzi del tifo organizzato. A tanti è sembrata una puntura al suo ex club e, in fondo, anche al collega Simone Inzaghi che, intercettato al telefono con un capo ultras della Nord del Meazza (Marco Ferdico, ora in galera con aggravante mafiosa), aveva parlato un po’ troppo di biglietti da dare alla curva prima della finale di Champions. Per questo Simone è stato costretto mercoledì a presentarsi da testimone a una audizione della Dda proprio all’interno dell’inchiesta “Doppia Curva”.


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"So riattaccare il telefono"

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Nella tradizionale intervista concessa a Rai Sport a poche ore dalla Nations all’Olimpico, il commissario tecnico azzurro e tecnico interista dal 2017 al 2019 ha risposto a una precisa domanda sulle difficoltà che può avere un allenatore in certe situazioni scivolose. Era, inevitabilmente, figlia degli ultimi giorni convulsi nel suo ex club e della fresca audizione di Simone: «Io posso raccontare quello che ho vissuto a Milano e non mi sono mai trovato a che fare con queste situazioni – la premessa del c.t. azzurro —. Anzi, non mi è nemmeno mai successo durante tutta la carriera che qualcuno mi abbia telefonato per certe cose. E per questo l’ho trovata una cosa molto nuova, che mi ha sorpreso. Non lo so quali siano stati i rapporti precedenti, se uno non lo conosci penso sia difficile poter scambiarci delle parole. Io rispondo a tutti, anche a quelli che non conosco, però poi so riattaccare e so continuare la conversazione con chi mi telefona».

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La posizione di Inter e Inzaghi

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Da lì la meraviglia del club nerazzurro, che è stato considerato parte lesa dai pm che continuano a indagare. Lo stesso Inzaghi, anche lui non indagato, non ha certo apprezzato (non risultano telefonate chiarificatrici durante la giornata), anche se al momento nessuno in casa Inter drammatizza la questione: questo è il tempo della collaborazione con la procura e la stessa deposizione di Inzaghi è stata definita esauriente dagli investigatori della polizia. La mediazione con la società sul tema dei tagliandi pre-Istanbul era, dal punto di vista dell’allenatore, necessaria a scongiurare uno sciopero del tifo nella partita più importante dell’anno. Effettivamente, alla fine, gli 800 biglietti promessi dal club alla Nord erano diventati 1500, poi rivenduti a prezzi da mille e una notte.

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L'addio all'Inter

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Queste parole di Spalletti arrivano a distanza di ormai cinque anni dall’addio a Milano. Con lui ad Appiano, due stagioni vissute pericolosamente, due qualificazioni in Champions centrate col fiatone e la grana del caso Icardi ad agitare le acque, mentre la squadra lottava per il quarto posto. Poi, alla fine, le voci su Conte che si facevano via via sempre più insistenti, quando alla scadenza del contratto di Spalletti mancavano addirittura 24 mesi, fino al definitivo esonero. Il tifoso nerazzurro gli ha sempre riconosciuto una parte del merito nei successi arrivati dopo il suo addio, ma ieri non tutti hanno apprezzato la sua puntualizzazione. Non a caso sui social sono ricomparse le immagini di un episodio accaduto a Castelvolturno a giugno 2023, giusto prima che l’attuale c.t. lasciasse Napoli con lo scudetto sul petto. Alcuni ultras, con tono scherzoso ma con indosso un passamontagna per non farsi riconoscere, gli avevano consegnato un voluminoso pacco regalo: dentro un facsimile del volante della sua Panda, rubata nell’ottobre del 2021 in città", si legge.

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