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Una legge Beckham in Serie A: ingaggi meno tassati. Ecco l’esempio di Godin con l’Inter

La Gazzetta dello Sport spiega nel dettaglio le agevolazioni fiscali per gli sportivi

Marco Astori

Si terrà domani a Milano un importante seminario: “Gli incentivi fiscali per gli sportivi professionisti che si trasferiscono in Italia: cosa cambia con il Decreto Crescita”. L'obiettivo? Spiegare nel dettaglio le nuove agevolazioni fiscali per gli sportivi professionisti. Lo illustra nel dettaglio La Gazzetta dello Sport: "Parliamo della legge di conversione del Decreto Crescita che, tra le varie misure di stimolo, ha dedicato un capitolo al rientro dei cervelli introducendo specifiche agevolazioni fiscali per gli sportivi professionisti (quindi atleti, allenatori, direttori tecnico-sportivi e preparatori atletici) che hanno lavorato all’estero negli ultimi due anni e trasferiscono la residenza in Italia rientrando nella nozione di lavoratori «impatriati», siano essi italiani o stranieri. Per loro la tassazione ai fini Irpef si applica solo sul 50% del reddito imponibile prodotto: in sostanza pagheranno le imposte soltanto sulla metà delle loro entrate. Per la verità il provvedimento è ancora più vantaggioso per gli altri lavoratori, tassati solo sul 30% del reddito.

Ma alla fine il Parlamento ha deciso di non premiare fino a tal punto i soggetti di un mondo dorato come il calcio, prevedendo pure una sorta di contributo di solidarietà, pari allo 0,5% della base imponibile, destinato al potenziamento dei settori giovanili. Noccioline rispetto ai risparmi ottenuti. Facciamo il caso di un calciatore professionista che da anni milita in un club estero e che si trasferisce in Italia quest’estate (con residenza fiscale dal 2020). Per garantirgli uno stipendio netto di 2 milioni annui, il club italiano acquirente applicherà le ritenute sull’imponibile ridotto del 50% e così l’ingaggio, a parità di importo netto, costerà 2,54 milioni (con un’Irpef di 539.270 euro) anziché 3,5 milioni (con un’Irpef di 1,49 milioni). Sì, c’è il contributo dello 0,5%, ma parliamo di poco più di 6mila euro. In sostanza, se prima una società italiana sborsava quasi il doppio rispetto a quanto entrava nelle tasche del calciatore, considerata l’aliquota massima Irpef del 43%, d’ora in poi pagherà meno di un terzo del netto. Sul fronte Inter, Godin percepirà un ingaggio di 6,75 con un costo lordo per l’Inter di 8,5 milioni anziché 11,8 e un risparmio di 3,3 milioni".

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