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Valdiserri (CorSera): “Spalletti all’Inter: scelta giusta per 3 motivi (ma con 3 rischi)”

Sabine Bertagna

1) Perché è spesso un Don Chisciotte che lotta contro i mulini a vento. È diffidente, spigoloso, molto permaloso e, come dimostra il fallimento totale dei rapporti con Francesco Totti, rancoroso. Ha sempre pensato, ad esempio, che il capitano giallorosso non lo avesse difeso abbastanza nella sua prima avventura sulla panchina della Roma, terminata con le dimissioni dopo soltanto due giornate di campionato (stagione 2009-2010), quando fu sostituito da Claudio Ranieri che poi, con quella squadra, sfiorò lo scudetto contro l’Inter di Mourinho. Fa vivere sempre la squadra a cavallo tra motivazione e stress.

"2) Perché in questa stagione ha sbagliato molte partite decisive: il preliminare di Champions League contro il Porto, i quarti di finale di Europa League contro l’Olympique Lione e di Coppa Italia contro la Lazio, lo scontro diretto contro il Napoli all’Olimpico e il derby di ritorno contro la Lazio di Inzaghi, che lo ha sconfitto due volte con la stessa tattica, senza che Spalletti trovasse una contromisura.

"3) Perché è un esempio chiarissimo di allenatore aziendalista. Il che può essere un grande vantaggio, perché sa lavorare con quello che gli viene messo a disposizione, ma anche uno svantaggio: era chiarissimo che la Roma, nell’ultima stagione, avesse una rosa «corta», ma lui prima ha negato («Paredes è più forte di Pjanic») e poi non è riuscito a ottenere rinforzi nel mercato di riparazione. E la Roma ha perso due coppe e rischiato il secondo posto in dieci giorni, con la squadra con la lingua di fuori.

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