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Vampeta: “Lippi mi portò all’Inter, Tardelli non mi conosceva. Ronaldo e i trans…”

Andrea Della Sala

L'ex giocatore dell'Inter Vampeta ha ricordato l'annata in ci vestì la maglia nerazzurra. Il brasiliano ha ricordato anche alcuni episodi che lo avvicinano a Ronaldo

Nella stagione 2000-01 nella rosa dell'Inter c'era anche un centrocampista brasiliano di nome Vampeta. Un passaggio da meteora nella rosa nerazzurra e ora l'ex calciatore è presidente dell'Audax in Brasile. ExtraTime lo ha intervistato, queste le sue dichiarazioni:

Come mai esperienza così breve nell'Inter?

Dopo un allenamento, mister Tardelli mi disse che non mi conosceva proprio, io gli risposi che neanche io lo conoscevo e me ne andai. Rimasi 7-8 mesi all'Inter. A volermi fu Lippi che poi se ne andò dopo il primo k.o.; con Tardelli ero demotivato, avevo anche altre chance per giocare in Italia: Fiorentina e Roma, mi volevano anche in Spagna ma poi finii al Psg e poi tornai a giocare nel Corinthians. All'Inter c'erano tantissimi stranieri (Zanetti, Zamorano, Recoba, Cordoba, Frey) e pochi italiani (Pirlo, Vieri, Di Biagio). Diventai amico di Robbie Keane, non riuscivamo a comunicare parlavamo a gesti.

Del suo amico Ronaldo, il Fenomeno, che ricorda?

Era infortunato, perse tutta la stagione. Una volta andai a casa sua in un condominio dove abitavano anche Dida, Roque Junior e altri; ero già sbronzo quando andai a pigliare una bottiglia di vino dalla sua cantina e me la scolai. Era il vino regalatogli da Giovanni Paolo II, Ronaldo si incazzò, voleva che gliela pagassi. Sapeva d'aceto...

Nel 2008 lo prese in giro perché flirtò con dei trans?

Ronaldo mi invitò a cena in un ristorante. Era con cinque donne, quando lo incontrai avevo già bevuto 3-4 caipirnhas e gli chiesi quali erano le donne e quali i trans. Le donne si misero a riderò, Ronaldo un po' meno.

Nel 1999 posò nudo per una rivista gay

Non sono mai stato gay. Però ho una sorella lesbica e la rispetto come tutti gli omosessuali.

Come è diventato dirigente?

Sono amico della famiglia Teixeira, proprietaria dell'Audax; sono stato anche presidente dell'Audax di Rio. Tutti i presidente dovrebbero essere remunerati. Allenare? Mi sono reso conto che non era quello che volevo fare.