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Ai microfoni della trasmissione argentina “Dìa a Dìa”, il talento rosanero Franco Vazquez, inseguito dall’Inter, ha raccontato le sue sensazioni sul primo anno di A con la maglia del Palermo.
Queste le parole in collegamento telefonico con “Dìa a Dìa”: “Sono felice perché le cose stanno riuscendo bene per me e per la squadra. Non se so quella con l’Atalanta sia stata la mia miglior partita di quest’anno, ho giocato molto bene anche contro l’Inter (a inizio stagione, 1-1 firmato proprio Vazquez e Kovacic, ndr). In generale, sto mantenendo un buon livello in questo campionato. Sto giocando nella posizione in cui mi sento meglio, mister Iachini mi da molta fiducia e crede in me. I tifosi del Palermo sono molto felici e sognano per quello che stiamo facendo sul campo da gioco. Da 8 partite non perdiamo e tutti vogliamo continuare sempre meglio”.
Proseguendo nel dialogo con i connazionali, Vazquez ha parlato poi del compagno e amico Paulo Dybala e della nazionale argentina (lui che - come Dybala - potrebbe giocare pure per l’Italia): “Con Paulo mi intendo perfettamente. Ci siamo sempre sostenuti e siamo entrambi felici di essere a questi livelli dopo aver giocato praticamente assieme gli ultimi due anni. Argentina? So che è molto difficile. Ci sono tanti buoni giocatori davanti a me (ride), Lamela, Di Maria, Messi, eh (ride)…è molto difficile. Però niente, uno crede sempre alla possibilità che, magari, possa farcela per una partita amichevole”
Infine, Vazquez ha raccontato dei suoi primi passi in Europa (con annessa l’intenzione di tornare subito in Argentina) confermando che, un giorno, tornare al Belgrano rappresenterà un desiderio reale: “All'inizio, quando non giocavo, ho pensato di tornare in Argentina, come se ricominciassi tutto da zero. Ero in prestito al Rayo Vallecano e dopo poco ebbi la possibilità di tornare in patria. Però poi decisi di restare e oggi ti dico che ho fatto bene. Poteva andarmi peggio. Ritorno al Belgrano alla Veron (con l’Estudiantes) e alla Milito (con il Racing), ossia per ridiventare campioni? Tornare a Belgrano è una cosa che voglio, chiaro che dirvi quando è un qualcosa che non si può sapere. E certo, io non voglio tornare a Belgrano per “dare pietà”, come si suol dire”.
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