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Vecchi: “Difficile il salto in A: tra i giovani che ho avuto all’Inter c’era un top player che…”

Le parole dell'ex tecnico nerazzurro a Sportweek

Sabine Bertagna

Stefano Vecchi, ex allenatore del Venezia e della Primavera dell'Inter, ha spiegato a Sportweek perché è così difficile per i giovani trovare spazio nella massima serie: "Difficile che siano subito pronti nel salto dalla Primavera alla A. Zaniolo, che ho allenato, è un'eccezione. A lui sono bastati due mesi per prendersi il palcoscenico, altri hanno bisogno di anni, altri ancora non ce la faranno mai nonostante il talento, per motivi fisici e caratteriali soprattutto. Fisici, perché a quell'età sei ancora nella fase dello sviluppo e hai davanti gente più grossa e potente. Caratteriali perché le pressioni di un campionato Primavera, dove pure la riforma ha portato a un salto di qualità notevole, con le migliori raggruppate nello stesso girone, non sono paragonabili con quelle della A o della B. Per esempio, Miangue, che ho avuto all'Inter, per me è un top player, eppure fatica a trovare spazio nello Standard Liegi. Gli manca la fiducia in se stesso. Poi ci vuole fortuna: se un giovane va in una piazza difficile, o trova un allenatore che gli dà fiducia, o un concorrente che è l'idolo dei tifosi, farsi largo diventa complicato."

Seconde squadre: "Sarebbero importanti, proprio perché la forbice tra Primavera e Serie A è troppo ampia. Se l'Inter avesse avuto la seconda squadra, forse Zaniolo sarebbe rimasto. Ma sono ottimista: mai come in questa stagione tanti ragazzi stanno giocando in A, non soltanto predestinati come Zaniolo e Donnarumma, ma anche i Bastoni, Pinamonti, Cutrone, Locatelli... Non dipende sol dal fatto che sul mercato non ci sono più i soldi di prima. È che, quando uno è forte davvero, va in campo".

(Sportweek)

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