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Veltroni: “L’Italia sta chiudendo. La Serie A riparte? Come un Luna Park spento, i giocatori…”

Il giornalista e politico ha commentato così la ripresa del campionato

Matteo Pifferi

Lungo ed interessante editoriale di Walter Veltroni che, sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, ha analizzato così l'emergenza coronavirus:

"Sono giorni tristi, quelli che stiamo vivendo. Noi, che non abbiamo conosciuto le guerre e i bombardamenti, ci troviamo per la prima volta alle prese con qualcosa di imponderabile che cambia ogni aspetto della nostra vita quotidiana. Non conosciamo la natura del nostro nemico, sconosciuto alla storia, la durata e la portata del suo attacco, la sua mutabilità. Sappiamo però gli effetti che produce. [...] Il Paese sta chiudendo. Il mondo, nessuno si illuda, sta chiudendo. Una chiusura temporanea. Ma una chiusura. Che scava un solco. La ricorderemo, per sempre. [...] Non sarà breve e lascerà macerie, dobbiamo dircelo senza infingimenti. Dircelo per ripartire, presto. Come ripartì questo nostro grande Paese dopo la guerra. Durante il conflitto il campionato di calcio fu sospeso. L’ultima partita fu disputata, ironia della storia, il 25 aprile 1943".

RITORNA LA SERIE A - "Oggi, dopo mille imbarazzanti capovolgimenti e litigi, si torna a giocare. Parola il cui significato rassicurante e rivoluzionario, in tempi come questi, non dovremmo dimenticare. Ma a porte chiuse. Sarà uno spettacolo lunare, quello a cui assisteremo oggi. È già capitato che singole partite siano state giocate senza pubblico. A una di esse, un allucinato Juventus-Verona, Gianni Brera dedicò una felliniana descrizione. Non sarà tanto strano lo spettacolo dei seggiolini, ormai spesso colorati apposta per simulare televisivamente la presenza di spettatori assenti, quanto il silenzio. Cosa arriverà alle nostre orecchie di telespettatori sbigottiti e intristiti? Forse le urla dei giocatori, il rumore secco del pallone toccato dallo scarpino di pelle, le indicazioni dei tecnici spaventati dal non dovere perdere la voce? So che il calcio vuoto consegnerà un senso di solitudine, come un film che va sullo schermo in una sala vuota, come un teatro deserto in cui gli attori sono costretti a recitare per contratto. I calciatori scenderanno in campo. Accolti dal silenzio di quegli immensi spazi vuoti. E se segneranno un gol cosa faranno? Si abbracceranno, scivolando sul prato di fronte a tribune vuote? Ma non ci si può abbracciare, se le regole contano. E allora avremo anche il silenzio degli abbracci. Un gol sarà un fatto notarile, una cifra da appuntare. Fanno paura i luoghi della gioia, quando sono abbandonati dalle persone. Fanno tristezza, come un Luna Park spento".