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Erick Thohir passa la mano ma il suo addio all'Inter, per il momento in qualità di socio di maggioranza, è stato in grande stile. In effetti, analizzando i parametri con cui è andata in scena la vendita a Suning, si scopre come, l'ormai ex patron ha fatto il colpaccio. Quando, alla fine di questa storia, Thohir uscirà definitivamente dall’Inter cedendo il rimanente 31%, avrà realizzato un bel margine. Non i 200 milioni netti che verrebbero fuori partendo dalla valutazione di 750 milioni comunicata dall’Inter (la vera cifra è vicina ai 550-600 milioni) ma almeno 50 di sicuro. Niente male, soprattutto visti i mancati miglioramenti, sul campo e fuori, di queste stagioni. Cosa ha prodotto tutto questo? Semplice, Thohir ha potuto procedere a suon di prestiti e senza effettuare alcun altro versamento in conto capitale, dopo gli iniziali 75 milioni. L’indonesiano ha sempre spiegato che è stato costretto ad agire così perché l’altro socio, Massimo Moratti, aveva scelto la via del disimpegno. E in effetti solo così si possono giustificare gli interessi elevati, addirittura tra l’8 e il 9,5%, sulle diverse tranche di finanziamenti da parte di Thohir che al 30 giugno 2015 ammontavano a 108 milioni (di cui 104 per la quota capitale). Ma l’indonesiano si è assunto questo rischio e ha deliberatamente deciso di non convertire il prestito in equity nella prospettiva di valorizzare entro breve la sua partecipazione nell’Inter. Leggi cessione che ora si è materializzata. Proprio questi intrecci (il rimborso del prestito, l’acquisizione del 29,5% di Moratti) sono al centro dell’operazione con Suning. E proprio per questo la valutazione di 750 milioni non è realistica, altrimenti Thohir alla fine del discorso incasserebbe molto, molto di più. Ma 50 milioni (almeno) non sono niente male.
(Gazzetta dello Sport)
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