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ORE 21.00 VIERI, ADAMI, CASSANO E VENTOLA, FENOMENO BOBO TV Nella foto: Nicola VENTOLA Festival dello Sport Auditorium Trento, 8 ottobre 2021 FOTO: Nicola Eccher – Archivio Ufficio Stampa Provincia autonoma di Trento
Intervenuto ai microfoni di Tuttosport, Nicola Ventola, ex calciatore, ha parlato così del momento dell'Inter, cominciando da quello di Lautaro Martinez dopo l'errore dal dischetto contro lo Spezia: «È un attaccante fantastico. Per me può diventare ancora più decisivo di quello che è oggi. Ma per essere un attaccante un top deve superare quota 25 gol. Quest’anno può farlo per la prima volta. È un leader, il giocatore che trascina i compagni. Ogni anno fa uno step in più e per me lui già oggi rientra tra i primi cinque attaccanti al mondo. Sono sicuro che tutti ambiranno ad averlo in squadra».
Sarà difficile trattenerlo?
«La sua volontà, da quello che fa vedere in campo è restare all’Inter. Poi bisogna capire come si comporterà la società davanti a un’offerta importante. Non è un segreto che Zhang è in difficoltà e potrebbe essere costretto a malincuore a privarsi del suo miglior giocatore».
Quanto può contare la sua volontà di restare?
«Tantissimo. È tutto. Ma un giocatore per restare deve sentirsi parte di un progetto vincente, capire che anche la società ha la sua stessa ambizione. Se invece ogni anno sei costretto a fare delle scommesse sui giocatori…».
Chi le ricorda tra i grandi attaccanti dell’Inter?
«A me ricorda molto Vieri. Bobo si buttava nel fuoco per i compagni. Ha litigato con tutti. Quando sei squadra, quando sei leader, sei questo. E Lautaro ha dimostrato di essere un leader in questo, per i suoi compagni. È facile prendersela con uno in difficoltà e lì Bobo s’incazzava col pubblico, aiutava i compagni. Un po’ caratterialmente me lo ricorda. Forse Bobo era ancora più focoso, più vulcanico».
Quello che è successo a Spezia può non essere un comportamento da leader?
«Dal dischetto si è presentato Lautaro Martinez, mica il primo che passava di lì. Quando un giocatore come lui va a prendere il pallone per calciarlo vuol dire che se la sente, che sta bene ed è sicuro. L’unica cosa che cambia ora è che ci sono delle gerarchie e andranno rispettate…».
A Porto chi deve giocare con lui?
«Dzeko. lo metterei Edin al suo fianco. È un attaccante che sta facendo delle cose inaspettate».
Tutti puntavano su Lukaku e invece…
«Dzeko è un giocatore completo. Con la sua tecnica può giocare anche da fermo, ti fa sempre girare la squadra. Romelu questa cosa non ce l’ha. Ha bisogno di stare bene fisicamente. È un giocatore che ha più bisogno di “coccole” dal proprio allenatore, dai compagni. Ma in questo momento non c’è tempo: sei lì che lotti per la Champions, lotti ora con il Porto, lotterai per andare in finale di Coppa Italia. C’è bisogno di un attaccante pronto…».
Dzeko però ha quasi 37 anni e ha il contratto in scadenza.
«Io gli proporrei un altro anno di contratto. E lo accontenterei anche dal punto di vista economico. Su Edin puoi sempre contare, è un giocatore che può ancora fare la differenza…».
E con Lukaku cosa farebbe?
«Se me lo regalano va bene, me lo tengo. Sennò è giusto che la società faccia le sue valutazioni. Anche Romelu non è più giovanissimo, forse conviene andare a prendere un nuovo Lautaro. Io farei questa scelta…».
È deluso dal suo rendimento?
«Ora non è più un problema fisico. Ma di testa. Lui non si sente più il leader della squadra, non si sente più fondamentale, sa che non può più sbagliare. Sa anche che oggi con Inzaghi si deve conquistare il posto, invece con Conte era titolare fisso. Segnava gol su gol e aveva grande si curezza. Nel calcio è importante la testa e lui ora non sente la fiducia piena nei suoi confronti».
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