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Ventura: “L’Italia non può essere paragonata alla Spagna. Il mio grande problema è…”

Il CT dell'Italia ha parlato delle difficoltà del calcio italiano rispetto a quello spagnolo

Matteo Pifferi

Il CT dell'Italia Gian Piero Ventura ha parlato durante un convegno organizzato dal Consiglio nazionale l'Ordine dei giornalisti in collaborazione con l'Università del Foro Italico e della Figc in merito al rapporto con i media ma anche sulle difficoltà che le compagini italiane stanno ottenendo:

"La mia comunicazione è più diretta che digitale è cambiata da quando allenavo il club e avevo un tappo atto stretto con i giocatori rispetto a quella con i calciatori. La comunicazione esterna per me sono le conferenze stampa e le interviste. Poi c'è la comunicazione fatta a affari spenti. È una comunicazione fatta con i giocatori non convocati, spiegare il motivo. Ad esempio quando un giocatore non convocato, veniva poi convocato dopo un infortunio. Poi c'è la comunicazione fatta con i giocatori convocati, per fargli trovare la tranquillità che nel club non hanno. Fa parte della comunicazione interna anche la comunicazione fatta ai presidenti per organizzare gli stage. Abbiamo cercato di far capire i pro degli stage. Io sono un sostenitore della presenza dei giornalisti agli stage, un modo per aumentare le conoscenze di raccontare la partita. Noi vogliamo lasciare una nazionale competitiva negli anni. Ci deve essere un continuo scambio di rapporti e di comunicazione. Questo è l'augurio che faccio".

RISULTATI NEGATIVI CONTRO LE SPAGNOLE - "Non vorrei che ci fosse solo il risultato sul campo. Se noi riuscissimo a portare avanti questo progetto ne saremo orgogliosi. Il mio grande problema è che non sono legato giornalmente ai giocatori. Il risultato del campo è sempre figlio dei lavori che crei in allenamento. L'Italia sta attraversando un momento particolare, ma ha perso anche l'Under21, la Juventus e la Roma ha sofferto. Noi non possiamo paragonarci a loro ora. Lo potremo fare tra un po'. Per migliorare serve anche la comunicazione. Bisogna trovare le password di ogni giocatore, per avere la loro fiducia e fare in modo che donino la loro causa all'allenatore. Io non vorrei parlare solo di risultato sportivo, ma di altro, perché è anche attraverso il lavoro esterno che si raggiungono i risultati".

(Gianlucadimarzio.com)

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